29 marzo 2021

29 Marzo 2021

Quell’abbraccio che salva | 29 marzo 2021

Non cerco risposte assolute ma il silenzio ingiustificato ammetto che mi irrita moltissimo. La pandemia ci ha tolto molto, troppo ma dovremmo sforzarci di restare attivi con la mente altrimenti rischiamo di fare danni ancora più grandi. «Nelle Rsa non si muore più di Covid ma di isolamento. I nostri anziani si stanno lasciando andare perché continuano a non vedere i propri cari». È la denuncia delle associazioni dei familiari delle persone che sono nelle residenze sanitarie assistenziali. È tutto bloccato, i familiari non possono far visita agli ospiti tranne che nelle strutture che hanno la stanza degli abbracci o vetri ad hoc. Tutto questo genera nelle persone anziane, solitudine, depressione, sensazione di essere stati abbandonati e non ritrovano più un motivo per andare avanti e si lasciano morire.

La salute prima di tutto recita un mantra di questi mesi. Sì, ho compreso ma secondo gli ultimi dati, su 7700 tamponi agli ospiti, i positivi sono 77, lo 0,01% e tutti asintomatici o paucisintomatici perché ormai vaccinati. In Piemonte ci sono oltre 700 Rsa, l’80% sono Covid free. E anche la vaccinazione del personale è molto buona, quasi tutti hanno ricevuto anche la seconda dose. E allora perché i direttori sono ancora così restii a garantire a queste persone le visite dei parenti?

Giovanni Battista Palmisano ha la madre, Caterina in una casa di riposo a San Secondo di Pinerolo. “Ha fatto il vaccino a gennaio, ma non riesco a vederla e abbracciarla dal 9 marzo 2020. E non riesco a farle fare alcune visite specialistiche essenziali”. A cosa è servito allora il vaccino? Come si fa a non comprendere quanto sia importante per una persona anziana l’affetto dei propri figli o dei propri familiari?

Le mie nonne hanno avuto lunga vita rispetto ai propri mariti. Entrambi hanno vissuto con me gli ultimi venti anni della loro vita. Ricordo che quando è stato necessario ricoverarle in ospedale per qualche problema di salute, nonostante non avessero mai sofferto di problemi psicologici, nel periodo ospedalizzato tendevano a dissociarsi dalla realtà. Pensavano di essere a casa, chiamavano continuamente con il nome di mia madre tutte le infermiere. Uno stato provvisorio, appena tornavano a casa riprendevano lucidamente il filo della loro vita, per grazia fino alla fine dei loro giorni. Sempre lucidissime. I medici dicevano che la mancanza dei loro punti di riferimento, i familiari appunto, creavano questa difesa psicologica.

Il mio parroco mi raccontava in queste sere la storia struggente del funerale di una persona anziana che dopo essere stata caricata in ambulanza e portata in ospedale causa Covid, il figlio l’aveva vista tornare in una bara, senza nemmeno la possibilità di salutarla. Un dolore inspiegabile.

Non è dunque solo importante custodire la salute. Si deve fare tutto il necessario per proteggerla ma l’approccio non può essere solo medico. Esiste una medicina che si chiama amore, attenzione, cura che solo i familiari possono garantire. La vaccinazione deve servire a ripristinare queste relazioni prossime di cura innanzitutto. È inspiegabile che nonostante siano state adottate queste misure si tende a procrastinare l’apertura.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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