Covid

“Il 118 ricovera il paziente e per i familiari inizia la Quaresima… La Pasqua c’è sempre ma spesso non ho il coraggio di dirlo”

ambulanza

di Filomena Civale, medico

Quando l’ospedale da campo costruito in casa non è più sufficiente siamo costretti a convincere che è necessario andare. Arriva il 118 e porta via il paziente. La casa è vuota e per i familiari inizia una lunga e tortuosa attesa della Pasqua. Ecco quello che mi trovo a vivere ogni giorno da medico delle Usca.

Il Covid-19 ha portato con sé storie di tragedie quotidiane. Scene che mai avremmo pensato di vivere e che invece sono diventate ordinarie. Può una polmonite essere curata a casa? Può un paziente fare ossigeno a casa? In altri momenti avrei detto di no, ma oggi è la normalità. E quando i litri da due, tre cominciano ad aumentare, ed io comincio a tremare. Tremo perché arriva il momento in cui quell’ospedale da campo costruito in una casa non è più sufficiente. Cominciano le chiamate al 118, sempre più numerose. Il 118 ritarda perché le chiamate sono tante, non ci sono ambulanze, non ci sono medici, non ci sono posti in ospedale. I Pronto Soccorso sono saturi. 

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Intanto noi siamo lì, i medici delle Usca. A ripetere ai pazienti che è necessario “andare”. Che prima andranno prima ritorneranno. A raccogliere le loro paure, i litigi con i familiari, i nervi che non reggono, le grida, i pianti. E poi finalmente arriva: la squadra del 118. Sono già consapevoli delle lotte, delle attese, della fatica per arrivare ad un accesso al Pronto Soccorso. Sono stanchi di mesi come questi. Portano via il paziente e la casa diventa improvvisamente vuota. Più spesso sono i mariti a lasciarla, per un tempo che nessuno può prevedere. L’agitazione cede il passo al silenzio, ma è un silenzio triste, angoscioso. Il nostro lavoro è finito, siamo riusciti a ricoverare un paziente. Ma solo ora inizia la Quaresima dei familiari, a cui viene tolto lo “Sposo”.

La certezza della Pasqua resta un punto fermo, che vorrei comunicare. Ma non ho parole per farlo, né abbracci. Solo lo sguardo, quello che attraversa la visiera e prova a raggiungere il cuore delle persone che ho di fronte.




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