Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

16 aprile 2021

16 Aprile 2021

Senza paura

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,1-15)
In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

Il commento

Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?” (6,5). Vedendo una folla numerosa venire verso di Lui, Gesù chiede a Filippo, nelle intenzioni è come se parlasse ai Dodici, di procurare il cibo necessario. La risposta del discepolo non si fa attendere, con la precisione del contabile fa notare che non le risorse sono radicalmente insufficienti. Icona di una Chiesa che sa fare bene i conti ma non ha ancora imparato a contare sulla provvidenza di Dio. È interessante l’annotazione dell’evangelista: “Diceva così per metterlo alla prova” (6,6). Il verbo greco [peirázo] significa tentare e come tale viene tradotto in altri contesti. La domanda di Gesù rappresenta una chiara provocazione, l’evangelista specifica che egli sapeva bene quello che stava per fare. Perché allora pone quella domanda? Sapendo fin dall’inizio che la comunità non è in grado di raccogliere a sua richiesta, perché chiede ciò che essi non possono dare? Li vuole forse umiliare? Questa domanda attende una risposta. Chissà perché, pensiamo che il buon Dio debba dare sempre e solo caramelle, come spesso fanno i genitori con i loro figli. Gesù, invece, offre l’immagine di un Dio che ci educa con fermezza per farci diventare maturi nella fede.

La domanda del Maestro fa capire al discepolo non solo di non avere i beni necessari ma anche, ed è cosa ancora più importante, di non avere abbastanza fede nell’opera che Dio può compiere. Filippo si limita a registrare la scarsità delle risorse. Se fosse un esame, sarebbe stato bocciato. Avrebbe potuto dire: “Signore, non abbiamo risorse sufficienti, ma Tu puoi certamente manifestare la Provvidenza di Dio per questa gente”. Anche noi, come il discepolo del Vangelo, dinanzi agli impegni, specie a quelli imprevisti, ci limitiamo a misurare se abbiamo tempo, energie e capacità. Non andiamo oltre e spesso rinunciamo prima ancora di partire. Non chiediamo a Dio di sopperire alle nostre mancanze perché, in fondo, non ci fidiamo abbastanza. Oggi chiediamo la grazia di rispondere con maggiore generosità, senza paura di perdere la tranquillità.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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