Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

18 aprile 2021

18 Aprile 2021

Sono proprio io

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 24,35-48)
In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

Il commento

Sconvolti e pieni di paura credevano di vedere un fantasma” (24, 37). Malgrado le prime testimonianze di coloro che hanno visto il Risorto, la comunità appare ancora dubbiosa e smarrita.  Raccoglie le parole della testimonianza ma la certezza della resurrezione non ha ancora preso dimora. In questo contesto, carico di ombre, risplende la luce: “Gesù in persona stette in mezzo a loro (24, 36). La sua presenza non suscita un’immediata e gioiosa accoglienza. I discepoli sono avvolti dalla paura di inseguire illusioni. La parola della resurrezione era troppo diversa da quella che essi attendevano. Ai loro occhi la morte segna la fine irrevocabile di ogni speranza. In fondo, la nostra fede non è meno fragile. “Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua resurrezione”: in ogni Messa ripetiamo queste parole ma questa fede non entra nelle pieghe della vita e non illumina tutti gli eventi. Non sempre siamo certi che il Signore accompagna tutti i nostri passi.

Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!” (24,39). La parola che quella sera Gesù consegna ai discepoli oggi risuona anche per noi: “Sono io quel Bambino che è nato a Betlemme, sono io quel Rabbì che ha predicato la buona notizia tra le colline della Galilea, sono io quello che hanno inchiodato sulla croce, sono io quello che è apparso ai discepoli, sono io che continuo ad accompagnare i passi dell’umanità. Sono io che oggi divento Pane per te”. Quest’annuncio è una salutare provocazione per la nostra fede. Non basta proclamare la fede durante la celebrazione eucaristica, dobbiamo farlo nel contesto della vita, quando la luce s’intreccia con le ombre, quando la presenza di Gesù non è così evidente, quando ci sembra di essere abbandonati. Vi invito a rinnovare la fede con questa preghiera:

Signore Gesù, la tua presenza eucaristica è il segno visibile che Tu accompagni nostri passi, anche nei sentieri più oscuri della vita. Donaci di fidarci di Te e di camminare nella luce della tua Parola per non smarrire la via che conduce all’eterna gioia. Amen



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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