3 maggio 2021

3 Maggio 2021

Ciò di cui mi sono occupata il 1 maggio | 3 maggio 2021

Spero che nessuno si aspetti questa mattina che io commenti ciò che è avvenuto a Roma durante il concerto del 1 maggio. Ricordo a tutti, qualora la pandemia abbia accantonato qualche pagina di storia, che la festa dei lavoratori, un tempo ormai remoto, riuniva folle di operai che rivendicavano i loro diritti. E papa Pio XII il1 maggio 1955 istituì la festa di San Giuseppe lavoratore, in modo da rendere attivamente partecipi anche tutti i lavoratori cattolici. Oggi questa manifestazione con i lavoratori, gli operai e neanche a pensarci, con San Giuseppe, non ha nulla da vedere.

Il palco del primo maggio è diventato lo scenario dove artisti, comici, influencer del momento con il loro copione di “valori” da proporre si esibiscono e non sanno nulla né dei lavoratori, né degli operai e men che meno dei disoccupati. Dunque, di cosa parliamo? Di aria fritta.

Ma poiché l’aria fritta è diventata molto quotata nell’opinione pubblica, ci tocca stare ad ascoltare un rapper con un foglio in mano e le mani tremanti che pontifica sulla politica, sui cattolici, sulla libertà, sull’aborto …e appurare che il povero ragazzotto con il Rolex al polso, evidentemente conosce poco o niente degli argomenti di cui parla. Alla fine mi fa anche un po’ di tenerezza. Ma perché non strimpella qualche sua canzone e se ne torna a casa dalla famiglia e dalla figlia appena nata?

Perché invece non si è parlato dei lavoratori che a causa della pandemia hanno perso tutto e ora si ritrovano disperati perché non sanno come mettere un piatto a tavola? Perché non parliamo degli operai costretti a fare turni di lavoro aberranti con una paga misera? Perché non parliamo di tutti gli artigiani che hanno dovuto chiudere la bottega fagocitati dai grandi supermercati con prezzi folli e super scontati? No. Dobbiamo subirci su tutti i giornali i titoloni del pagliaccio del momento. L’ultima chance di una politica che non sa più come servire sulla tavola degli italiani il piatto unico del Ddl Zan. E dunque chiama cantanti, rapper e uomini dello spettacolo per farsi rappresentare.

E abilmente, inscenando una falsa censura e divulgando, credo contro la privacy, una telefonata con la vicedirettrice della Rai, l’influencer incanta fior di suoi fans con la poesia scritta per il 1 maggio. Ma quelle quattro cose che ha letto, e devo dire anche male, non le poteva dire a parole sue? Dal canto mio avevo altre cose di cui occuparmi: l’inizio del mese dedicato a Maria, l’affidamento del mio lavoro e di tutti gli amici che vivono un momento di difficoltà a san Giuseppe, i panni da stirare… Insomma cose importanti. Non aria fritta.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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