4 maggio 2021

4 Maggio 2021

Gli amici che mi ricordano l’eternità | 4 maggio 2021

Quando sono triste, quando sono particolarmente preoccupata per una situazione faccio fatica ad addormentarmi la sera. Così trovo sempre qualcosa che mi tenga occupata fino a tardi. Metto ordine in un cassetto, stiro, sistemo nella dispensa. Poi in cerca di qualche parola di speranza che mi aiuti ad alzare lo sguardo oltre la difficoltà, mi rifugio nel mio studio. Tra i miei libri. Qui ho un intero spazio dedicato alle biografie o agli scritti di persone che hanno su questa terra lasciato tracce di santità. Li ho letti quasi tutti. Ieri sera ho tirato fuori uno dei volumi di Luigi Acattoli, Cerco fatti di Vangelo e ho letto una lettera stupenda che una giovane mamma vissuta solo 26 anni aveva scritto al figlio prima di morire e ho pensato che queste vite devono essere conosciute perché sono l’immagine del sorriso di Dio. Lei è Maria Cristina Cella.

Nasce nel 1969, una infanzia e una giovinezza spensierata vissuta nel forte impegno in parrocchia. Pensa anche al sogno della vocazione religiosa, almeno fino al 1985, quando arriva l’amore nella sua vita: in vacanza dai nonni materni, che abitano a Valstagna, in Veneto, conosce il diciannovenne Carlo Mocellin e subito inizia uno straordinario fidanzamento.

Del periodo dell’innamoramento e del successivo fidanzamento, collaudato da oltre 250 chilometri di distanza, resta un intenso epistolario indirizzato a Carlo, nel quale Cristina a poco a poco gli fa intravedere tutta la sua ricchezza spirituale. Tra i due si stabilisce una profonda intesa spirituale, resa ancor più stabile dal sarcoma a una gamba che costringe Cristina ad una dolorosa operazione e ad una ancor più dolorosa terapia, che tuttavia sembra aver debellato il male e permette ai due di progettare la loro vita insieme. Tre cicli di chemioterapia la tengono lontana per molti mesi dagli studi e dalla vita normale. L’esperienza di grande sofferenza ha però la capacità di cementare l’amore con Carlo, che fa la spola tra Veneto e Lombardia per esserle vicino. È quello il momento in cui il loro amore assume il respiro dell’eternità: i due giovani si giurano amore per sempre e iniziano a progettare la loro vita futura.

Cristina guarisce completamente e riesce a terminare gli studi liceali con ampio profitto. “Padre, ti offro: la mia gioia come canto di lode, il mio cuore come casa che ti accoglie; la mia vita perché tu vi compia il tuo volere”, scrive Cristina sempre più innamorata del suo Carlo, con il quale si sposa il 2 febbraio 1991, trasferendosi in Veneto, al paese di lui. Scrive nel suo Diario: “Sono davvero sempre più innamorata di te: ora che sei mio marito da ormai più di un anno sento di volerti sempre più bene ma con la tenerezza e la dolcezza dei primi giorni. Ogni ora con te è tempo d’amore! (14 febbraio 1992). 

Nel dicembre del 1991 già arriva il primo figlio, Francesco, e diciotto mesi dopo Lucia, perché Cristina ha detto a Dio: “Piuttosto che neanche un figlio, mandamene dieci”.  Il sarcoma, che non è stato debellato ma ha concesso solo una tregua, si risveglia però l’anno dopo, quando Cristina è al secondo mese della terza gravidanza. Il suo primo pensiero è per la vita che porta in grembo, chiedendo al medico solo cure non invasive che non arrechino danni al bambino.  Riccardo nasce sano e vispo e Cristina gli scrive anche una lettera, che consegna al marito con l’incarico di fargliela leggere quando ne sarà capace. “Caro Riccardo, tu devi sapere che non sei qui per caso. Il Signore ha voluto che tu nascessi nonostante tutti i problemi che c’erano. Papà e mamma, puoi ben capire, non erano molto contenti all’idea di aspettare un altro bambino, visto che Francesco e Lucia erano molto piccoli. Ma quando abbiamo saputo che c’eri, t’abbiamo amato e voluto con tutte le nostre forze…”.

La chemioterapia inizia subito dopo il parto, quando però il sarcoma ha già compiuto la sua devastazione e non c’è più nulla da fare. Cristina, pur desiderando guarire e sperando nel miracolo, continua a fidarsi di Dio: “Credo che Dio non permetterebbe il dolore, se non volesse ricavare un bene segreto e misterioso, ma reale. Credo che non potrei compiere nulla di più grande che dire al Signore: Sia fatta la tua volontà. Credo che un giorno comprenderò il significato della mia sofferenza e ne ringrazierò Dio. Credo che senza il mio dolore sopportato con serenità e dignità, mancherebbe qualcosa nell’armonia dell’universo”.  Si spegne il 22 ottobre 1995, ad appena 26 anni, non prima di aver dato appuntamento al marito Carlo nell’eternità.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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