
4 maggio 2021
4 Maggio 2021
Non siamo in pace
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,27-31a)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».
Il commento
“Vi lascio la pace, vi do la mia pace” (14,27). Le parole che Gesù consegna ai discepoli, alla vigilia della passione, sono cariche di una consolante dolcezza eppure non nascondono le ombre che si addensano, anzi contengono un annuncio che potrebbe suscitare una legittima agitazione: “viene il principe del mondo” (14,30). La vita appare nella sua concretezza e nella sua estrema complessità. Il male accompagna i nostri giorni e talvolta emerge con inusitata violenza. Gesù non nasconde i pericoli ma non appare affatto impaurito perché ha fiducia nell’opera che Dio compie. In questo modo da un lato mostra che è pronto a lottare contro il male; e dall’altro insegna ai discepoli ad affrontare le tempeste della vita senza cadere nella sterile ansietà. Un ministero che appare sempre più essenziale in un tempo in cui non mancano le battaglie.
Gesù promette e dona la pace. In ogni celebrazione eucaristica questa parola risuona come un annuncio sempre nuovo. Ogni volta riceviamo la sua pace eppure dobbiamo constatare che non sempre siamo in pace. Non dobbiamo solo verificare le relazione con gli altri, specie quelle che presentano ferite che non siamo capaci di rimarginare. Il primo capitolo della pace è il rapporto con se stessi. Anche in questo ambito non mancano i conflitti: tante volte non stiamo in pace neppure con noi stessi. Se guardiamo al passato, non mancano gli errori che avremmo volentieri potuto e dovuto evitare; il futuro appare come un intreccio di difficoltà che spaventano e tolgono la pace; se, infine, pensiamo al presente, emergono tante e tali difficoltà da togliere la serenità. Insomma, la vita appare ai nostri occhi come un continuo combattimento con qualche tregua. La pace è dono di Dio e solo chi cerca Dio, prima e più di ogni altro bene, riceve e dimora nella pace. Oggi vi invito a pregare con le parole del salmista: “Solo in Dio riposa l’anima mia: da lui la mia speranza. Lui solo è mia roccia e mia salvezza, mia difesa: non potrò vacillare” (Sal 62, 6-7).
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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