Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

6 maggio 2021

6 Maggio 2021

La via dell’amore

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15, 9-11)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».

Il commento

Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi” (15,9). Gesù presenta il Padre come il principio dell’amore, la sorgente misteriosa da cui scaturisce tutto il bene che è nel mondo. Una sorgente che purtroppo resta nascosta. Buona parte dell’umanità si affolla e si disseta presso altre fonti, inquinate dal male. La denuncia del profeta Geremia è sempre valida: “Due sono le colpe che ha commesso il mio popolo: ha abbandonato me, sorgente di acqua viva, e si è scavato cisterne, cisterne piene di crepe, che non trattengono l’acqua” (Ger 2,13). Le parole di Gesù sono un annuncio: quella sorgente nascosta è diventata visibile, grazie a Lui: il Padre, infatti, ha riversato nel Figlio il suo amore e, attraverso la sua opera, lo comunica a tutti gli uomini. Entrando nella storia, il Figlio eterno non solo ci ha rivelato l’amore di Dio ma lo dona mediante lo Spirito Santo. Chi vuole ricevere questo amore, che riempie di vita i nostri giorni, deve bussare alla porta del Figlio. Per questo Gesù annuncia: “Rimanete nel mio amore” (15,9). L’aggettivo possessivo è importante e decisivo. Lui solo può comunicare l’amore divino che purifica i sentimenti e gli affetti e dona all’uomo la capacità di amare con il cuore di Dio. Da notare anche che il verbo è all’imperativo: non si tratta perciò di una semplice esortazione ma di un obbligo manifestato con autorità. 

L’annuncio diventa perciò un ammonimento: ogni forma di amore umano è il riflesso di quell’unico ed eterno Amore. Inutile farsi illusioni: solo se rimane aggrappato a questa sorgente sempre viva l’uomo riceve la grazia dell’amore e la possibilità di vivere il comandamento dell’amore fraterno (15, 12-17). La fatica di amare appartiene alla natura umana in quanto nasce dalla fragilità della carne e perciò non può essere mai del tutto vinta. Ma se viene a mancare l’accoglienza del dono, la creatura rimane davvero abbandonata a se stessa e schiava delle passioni che l’egoismo impone. Oggi chiediamo la grazia di non allontanarci da Gesù, via dell’eterno amore.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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