Sposi, attenzione al “calo del desiderio”

coppia

Altro che paura del sesso, la Chiesa gli dà un’importanza tale da considerarlo la quarta gamba su cui si regge un tavolo. L’ho imparato personalmente ad un incontro.

La scorsa volta abbiamo iniziato a vedere perché la Chiesa “non ha paura del sesso”, ma solo “di ciò che può rovinarlo”. Oggi, a riprova di questo, vorrei raccontare un’esperienza personale, che mi ha dimostrato come davvero la Chiesa stia sempre più comprendendo l’importanza della sessualità nella vita coniugale. 

Una volta ho partecipato con mio marito ad un ritiro spirituale per coppie, pensato per aiutare i coniugi a fermarsi, a prendersi una pausa dalla routine e fare il punto della situazione sul loro matrimonio. A dire il vero, in particolare, quel ritiro era indirizzato a coppie in crisi. Tutti, però, erano ben accetti. Noi non ci trovavamo in difficoltà, ma stavamo ancora ingranando. Essendo sposati da poco, era tutto nuovo: la nostra convivenza di sposi novelli era appena iniziata, ci piaceva l’idea di confrontarci con altre coppie sulla vita matrimoniale e prendere spunti interessanti per la vita futura. Perché aspettare l’arrivo delle crisi, quando si può fare qualcosa per capire come si verificano… e magari evitarle?

La salute del matrimonio e l’intimità coniugale vanno di pari passo 

Ricordo ancora, pure se sono passati quasi 5 anni, l’importanza che si è data per tutta la durata degli esercizi – sia nelle catechesi, che nel lavoro di coppia o individuale, che nelle risonanze – all’intimità coniugale. Ci hanno detto che una coppia di sposi, per restare complice, per riuscire ad affrontare la vita “uniti”, ha bisogno di coltivare la vita intima. Insomma, senza usare mezzi termini, sostenevano che la salute di un matrimonio si vede anche dalla salute dell’intimità sessuale. Ci hanno spiegato che il sesso non è “un di più”, ma è il linguaggio specifico degli sposi e lo è in ogni fase del matrimonio. 

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La sessualità e la sua importanza in ogni periodo del matrimonio

“Per degli sposi novelli magari è più semplice trovarsi nell’intimità – diceva uno degli agenti pastorali – c’è la spontaneità e l’esuberanza della giovinezza, c’è la freschezza di un rapporto ancora giovane. Quando arrivano i figli, l’intimità passa un momento di assestamento, aumentano i pensieri, si è più stanchi. Ci vuole un po’ di tempo per ritrovare equilibrio. E anche con lo scorrere degli anni bisogna lavorare un po’ di più per non far spegnere la passione… ma mai – mai! –pensare che sia normale non unirsi alla propria moglie o al proprio marito per lunghi periodi di tempo o addirittura smettere di avere una vita sessuale”. 

Se non si ha più un’intimità è un campanello d’allarme

“Se non vi siete visti negli ultimi 15 giorni, iniziate a preoccuparvi”, ci diceva, un po’ scherzando, un po’ no, il marito e padre di famiglia che guidava gli incontri. È ovvio, mi sento di dover specificare, che nella vita ci sono periodi più sereni e periodi più difficili. Possono esserci lutti, problemi economici, di salute o molto più semplicemente tensioni che fanno mettere in secondo piano per un certo periodo la voglia e la gioia di “incontrarsi”. Ci possono essere momenti down. Fare l’amore non va vissuto come un obbligo e ci vuole rispetto per i tempi, le sofferenze, le fatiche dell’altro. Avere comprensione per una fase no della persona che amiamo fa parte del progetto di una vita insieme. (Prossimamente parleremo di come la castità prematrimoniale sia un investimento anche per affrontare momenti così, che ci sono in ogni matrimonio). Tuttavia, un periodo senza questo legame va visto come eccezione, non come normalità. La sua mancanza – se non ci sono gravi fattori esterni temporanei – è indice di qualcosa di più profondo: è indice di una crepa nella comunione sponsale.

Rimediare, invece che rassegnarsi 

Se ci si accorge che avviene questo, meglio riflettere su cosa sta succedendo, piuttosto che “rassegnarsi al calo del desiderio”. Non è che deve andare così, perché così è la vita: è solo il segno che c’è un problema e c’è da lavorare sul rapporto. Una cosa che consigliavano per mantenere viva l’intimità di coppia era prendersi una sera a settimana solo per gli sposi (anche senza andare da nessuna parte: semplicemente scegliere un giorno a settimana per fare qualcosa insieme, senza cellulari – grande nemico della comunione sponsale – per vedere un film, per parlare un po’, per leggere qualcosa). “Sì… – dicevano – anche in casa bisogna darsi appuntamento, per non perdersi dietro alle tante cose da fare e diventare due manager, invece che due coniugi. La passione è come un fuoco, o lo tieni vivo o nel tempo si spegne”. Si continua a essere marito e moglie quando ci si tratta come tali, quando non ci si dà per scontati, quando al primo allontanamento si cerca di accorciare le distanze invece di farle diventare abissi.

L’una caro che rinnova l’alleanza

Ho letto un libro, non molto tempo fa, che si intitola: “Quanto a me e alla mia casa cercheremo il Signore”, di Nicola Gabella, dove l’autore affermava che la famiglia è come un tavolo che si legge su quattro zampe: una di queste è proprio la sessualità. Egli sostiene che anche nei periodi più difficili – e ce ne sono nella vita di una famiglia – l’intimità coniugale aiuta a rinnovare e fortificare l’alleanza degli sposi. Si realizza quel “non più due, ma una sola carne” che li porta ad affrontare la vita portandosi l’uno nell’altra. Per oggi mi fermo, ma continueremo ad approfondire questo argomento… se vi ho incuriosito, seguitemi anche il prossimo fine settimana!




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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