23 maggio 2021

23 Maggio 2021

Scommessa vincente

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15,26-27; 16,12-15)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Il commento

Si trovavano tutti insieme nello stesso luogo” (2,1). La grande avventura del Vangelo, quella che oggi viene celebrata in ogni parte del mondo, inizia in una casa, nel cuore di Gerusalemme. Una piccola casa, un gruppo di uomini. L’evangelista non descrive una folla numerosa e neppure un piccolo ma agguerrito drappello di uomini pronti alla battaglia. Parla semplicemente di una comunità di amici che stavano insieme. È questo il punto di partenza, il momento genetico, il primo vagito di quella buona notizia che da quel giorno non ha smesso di risuonare. Cos’era quel minuscolo gruppo di persone dinanzi alla moltitudine dei popoli? E dinanzi alla folla dei filosofi e degli eserciti? Niente. Meno di niente. Quali speranze potevano ragionevolmente coltivare dinanzi ad una storia che allora era saldamente nelle mani dell’impero romano? Se in quel momento avessimo fatto un sondaggio, nessuno avrebbe scommesso un centesimo sui discepoli di quel Gesù di Nazaret. E invece, quello che avvenne a Gerusalemme, quel giorno, rappresenta il primo passo di una storia che, malgrado tutte le tempeste e i tradimenti, ancora risplende come un faro che illumina i naviganti. 

Com’è possibile che tutto questo sia accaduto? In quella comunità non c’erano persone o idee geniali. C’era però una comunità credente, cioè una comunità che pregava e attendeva fiduciosa il dono di Dio: “Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano” (2,2). “Dal cielo”, dice l’evangelista. Non importa capire cosa accade quel giorno, in che modo Dio si manifesta. Sono dettagli interessanti per la cronaca. Alla fede interessa sapere che la storia inizia da Dio. È Lui che interviene nella vicenda umana, purifica il cuore, dona la grazia dell’unità e il coraggio di annunciare il Vangelo. Tutto questo è possibile perché c’è una comunità credente, una comunità che non pone la sua fiducia nelle proprie capacità ma invoca e accoglie la forza di Dio. È questa la fede che oggi chiediamo per continuare a raccontare le meraviglie che Dio compie.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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