25 maggio 2021

25 Maggio 2021

Se Dio è tutto, si lascia tutto

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 10,28-31)
In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».

Il commento

Noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito” (10,28). Queste parole, che somigliano ad una formula liturgica, sono una dichiarazione di fedeltà e s’intrecciano con la confessione di fede: “Tu sei il Cristo” (8,29). Da una parte riconosciamo che Gesù è tutto per noi; e dall’altra dichiariamo che siamo pronti a dare tutto. Quella di Pietro non è una generica dichiarazione di intenti ma la conferma di un fatto già avvenuto: “Abbiamo lasciato”. Non è un impegno che riguarda il futuro ma una scelta compiuta e irrevocabile, una decisione che non è attraversata da dubbi. L’apostolo lo dice con fierezza, come se volesse, in qualche modo, consolare Gesù per l’amarezza ricevuta dal giovane che non ha accolto la chiamata (10 17-22). “Abbiamo lasciato tutto”: dobbiamo sottolineare sia il verbo che l’aggettivo. Se non si lascia tutto, vuol dire che Dio non è tutto. Possiamo accogliere Dio e metterlo in un angolo della nostra vita, anche se ci preoccupiamo di tenerlo sempre ben ornato. Non basta mettere la Bibbia in un angolo ben visibile della casa se non diventa la luce che custodiamo con amore e illumina tutti i nostri passi. Anche il verbo [aphíēmi] ha la sua importanza. Lo troviamo frequentemente nei vangeli e viene tradotto in molti modi, può significare anche cancellare o partire. In ogni caso, indica una scelta decisa e totale. 

Nella luce di questa Parola chiediamoci se e cosa abbiamo lasciato. E soprattutto, verifichiamo perché e per chi lo abbiamo fatto. Alla fine della vita, Sarebbe bello poter ripetere con umiltà e fierezza le parole di Pietro: “Signore, tu lo sai, abbiamo riconosciuto che Tu solo sei il Signore e solo per Te abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito, non abbiamo cercato nient’altro che Te. Non abbiamo rimpianti se non quello di non averti amato abbastanza”. Se vogliamo confessare questa fede alla fine della vita, dobbiamo imparare a farlo fin d’ora, giorno per giorno, nella libertà e nell’amore. Ci affidiamo all’intercessione di Maria, Madre di Gesù e Madre nostra.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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