26 maggio 2021

26 Maggio 2021

Pronti per la lotta

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 10,32-45)
In quel tempo, mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti ai discepoli ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano erano impauriti.
Presi di nuovo in disparte i Dodici, si mise a dire loro quello che stava per accadergli: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà».
Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Il commento

Gesù camminava davanti a loro ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano erano impauriti” (10,32). Il Vangelo offre l’immagine di una comunità che cammina verso la Città Santa. Gesù precede tutti, traccia la strada. La sicurezza con la quale avanza permette anche ai discepoli di procedere con determinazione, anche se il loro cuore è attraversato da paure che non hanno nemmeno il coraggio di confessare. L’evangelista li descrive con due verbi: il primo [thambéomai] indica lo stupore ma anche il terrore, sono sconcertati e confusi. Non sanno cosa pensare. Insomma, capiscono che qualcosa non va, c’è in loro uno sconvolgimento interiore. Il secondo verbo [phobéomai] dice più chiaramente che sono impauriti. Il cammino verso Gerusalemme non è accompagnato dalla gioia dei pellegrini che si recano a Gerusalemme ma dal timore e dalle preoccupazioni. L’annuncio della passione e alcuni eventi hanno suscitato una crescente apprensione. Non sono tranquilli. E tuttavia, malgrado tutto camminano dietro a Gesù. A pensarci bene, è una scena bellissima. Non sono convinti ma camminano perché si fidano. Sono impauriti ma lo seguono, non si ribellano, non chiedono spiegazioni, non rinunciano, non si ritirano. Sono e restano con Lui.

Gesù conosce il loro cuore e vede che sono impauriti ma non li condanna, lui sa che la paura dimora nel cuore degli uomini. E tuttavia, non teme di dire parole che, invece di rassicurare, contribuiscono ad aumentare le paure dei discepoli: “Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani” (10,33). Questa è la pedagogia di Gesù! Il Maestro conosce la debolezza dei discepoli ma non li accarezza né li illude con vane promesse. Come avremmo fatto noi. Al contrario, con parole ancora più chiare, annuncia che stanno per accadere eventi drammatici. La Parola del Vangelo non ci lascia tranquilli, anzi chiede di essere pronti per affrontare le lotte, anche quelle più aspre. È questa la grazia che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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