28 maggio 2021

28 Maggio 2021

Parole pesanti

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 11,11-25)
[Dopo essere stato acclamato dalla folla, Gesù] entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània.
La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. Rivolto all’albero, disse: «Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!». E i suoi discepoli l’udirono.
Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. E insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto:
“La mia casa sarà chiamata
casa di preghiera per tutte le nazioni”?
Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento. Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città.
La mattina seguente, passando, videro l’albero di fichi seccato fin dalle radici. Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l’albero di fichi che hai maledetto è seccato». Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe».

Il commento

Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa” (11,13). Ad una prima lettura l’episodio del fico appare piuttosto strano, se non illogico: Gesù vorrebbe trovare frutti al di fuori della stagione abituale, come correttamente riferisce l’evangelista. Non si tratta di una svista ma di un vero e proprio insegnamento, fatto di gesti e parole. Come ha già fatto in altre occasioni, consegna ai discepoli una parola attraverso un’immagine simbolica. Come quando ha parlato del seme (Mc 4, 1-9) o del granellino di senape (4, 31-32). Anche questo racconto può essere presentato come una parabola fatta di gesti e parole. Nella Bibbia il fico indica pace e prosperità, come annuncia il profeta Michea: “Siederanno ognuno tranquillo sotto la vite e sotto il fico e più nessuno li spaventerà” (Mi 4,4). Geremia annuncia il castigo con queste parole: “Non c’è più uva sulla vite né fichi sul fico, anche le foglie sono avvizzite” (Ger 8,13). Quell’albero privo di frutti è dunque il segno eloquente di una storia che non corrisponde alle attese di Dio. La venuta di Gesù inaugura la stagione dei frutti, quella che Dio ha previsto nel calendario della salvezza, ma Israele non lo ha compreso. Le autorità religiose non hanno riconosciuto Gesù come l’inviato di Dio; e così facendo, si condannano alla sterilità. 

Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!” (11,14). Gesù pronuncia queste parole per i discepoli, sono per loro un insegnamento. E difatti l’evangelista annota che “i suoi discepoli l’udirono”. In greco troviamo il verbo ascoltare [akoúō] che tanta importanza ha nel cammino della fede. Il discepolo è colui che si pone in ascolto per raccogliere le parole che Dio semina negli eventi della vita. Le parole di Gesù sono interpretate da Pietro come una maledizione (11,21). In effetti contengono l’annuncio di una condanna. Parole pesanti che invitano tutti ad essere meno superficiali per non dover ammettere un giorno che la nostra vita è piena di cose ma priva di frutti.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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