5 giugno 2021

5 Giugno 2021

Bianco e nero

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12,38-44)
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

Il commento

Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti” (12,38). Il Vangelo disegna due categorie ben definite: da una parte gli scribi e dall’altra una vedova povera. È un procedimento letterario, fa risaltare con maggiore evidenza le scelte e lo stile della vita. Nella parabola del Padre misericordioso troviamo il figlio ribelle e quello fedele, il figlio che torna a casa e quello che non vuole più entrare (Lc 15, 11-32). Nella pagina in cui presenta il buon pastore, Giovanni si premura di ricordare che ci sono anche i mercenari (Gv 10, 11-18). La parabola del fariseo e del pubblicano mette a confronto due modi di vivere la fede (Lc 18, 9-14). Sarebbe un grave errore separare queste due categorie, come se fossero due realtà radicalmente incompatibili. Bianco e nero. Diritto e rovescio. Sul piano letterario possiamo e dobbiamo operare una chiara distinzione ma nella vita spesso si confondono. Se siamo onesti, dobbiamo riconoscere che la vedova e lo scriba convivono in noi, a volte in modo conflittuale, altre volte placidamente. A volte passiamo dall’una all’altro con estrema facilità.

Riconoscere le numerose contraddizioni presenti nella vita è il punto di partenza per un impegno serio di conversione. Al contrario, abituarsi alle contraddizioni significa soffocare il cammino verso quella perfezione chiesta da Gesù (Mt 5,48) e offrire un’immagine falsata della fede che confonde i più piccoli (Mt 18, 6-7). Quando Teresa di Lisieux rilegge la sua esperienza, fa memoria di quella notte luminosa del Natale nella quale Colui che per amore “si fa debole e sofferente” la “rese forte e coraggiosa”: “da quella notte benedetta, non fui vinta in nessun combattimento, anzi camminai di vittoria in vittoria e cominciai per così dire, una corsa da gigante!… (Ms A 44v). Queste parole non descrivono lo stato d’animo di chi inizia il cammino con uno slancio interiore carico di ingenua incoscienza. Sono piuttosto una lettura di un’esperienza già avvenuta. Pur sperimentando l’umana fragilità, i santi annunciano che è possibile spezzare la catena delle contraddizioni. È quello che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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