
7 giugno 2021
7 Giugno 2021
Purificare il cuore
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,1-12)
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi».
Il commento
“Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (5, 8). Impossibile spiegare un testo così complesso, per la meditazione personale conviene scegliere una delle beatitudini. Mi soffermo sulla sesta. Nella nostra cultura il cuore è la sede degli affetti e dei sentimenti, nella Scrittura invece indica la sede interiore, con un linguaggio più psicologico potremo dire l’io, la coscienza, insomma quel nucleo interiore in cui l’uomo si ritrova con se stesso, quello spazio in cui si sedimentano le intenzioni, si fabbricano i pensieri e maturano le scelte, piccole e grandi della vita. È bene ricordare che nel cuore trovano posto i sentimenti più diversi non raramente incompatibili tra di loro. Ai farisei che giudicano il suo comportamento, Gesù dice: “Perché pensate cose malvage nei vostri cuori?” (9,4). Mette in guardia anche i discepoli: “Dal cuore, infatti, provengono propositi malvagi” (15,19). Nel cuore germogliano propositi di bene ma possono annidarsi anche desideri malvagi. insomma, tutto il meglio e tutto il peggio dell’umana natura.
“Essere puri di cuore” significa lasciarsi purificare in modo da fare di quel misterioso mondo interiore uno spazio abitato da Dio. Questo obiettivo richiede un lungo cammino e non poca fatica. Tocchiamo un punto fondamentale: se il cuore, che rappresenta il nucleo essenziale della persona, resta avvolto tra le ombre del male, anche i pensieri vengono inquinati. A volte accade senza che ne abbiamo piena avvertenza, altre volte pur avendo delle buone intenzioni. Purificare il cuore non significa solo far entrare Dio ma fare in modo che sia il Padrone. Un cuore è puro quando ricerca con decisione ciò che maggiormente avvicina a Dio, custodisce e alimenta la comunione con Lui. Riconoscendo di non avere questa purezza, ogni giorno preghiamo con il salmista: “Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova uno spirito santo” (Sal 50, 12). Oggi chiediamo la grazia di cercare Dio con tutto il nostro essere e di guardare persone e cose con gli occhi e il cuore di Dio.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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