17 giugno 2021

17 Giugno 2021

La luce che vince il male

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 6, 7-15)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

Il commento

Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli” (6,9). Il Padre nostro è una preghiera capovolta. La nostra preghiera abituale parte dal basso, dall’oscurità della miseria umana, e si eleva verso l’alto, s’innalza verso la luce. Gesù invece insegna a contemplare il Padre che è nei Cieli, chiede di immergerci nella Luce, per chiedere a Dio di intervenire e di entrare in questa storia segnata dalla fame, dal peccato e dal male. La formula orante trova la sua conclusione in questa drammatica supplica: “Liberaci dal male”. Il Padre nostro segue il ritmo della Rivelazione salvifica: si parte dal Cielo, dove tutto è avvolto nella luce di Dio, e si arriva sulla terra, dove percepiamo con angoscia la presenza oscura del male. L’orante chiede a Dio di non abbandonare l’umanità ma di visitare questo mondo segnato dal male. La fede nell’Incarnazione dona un particolare valore a queste parole. La certezza che Dio è già venuto ad abitare la nostra storia suscita la speranza che le brutture dell’oggi non hanno il timbro della definitività. Dio vuole vestire di luce questa storia. Se partiamo dal Cielo, leggiamo la vicenda umana con gli occhi Dio, vediamo tutto nella luce di Dio.

In questa preghiera la fede appare nella sua forma più limpida ma anche nel suo più concreto realismo: la coscienza dei problemi che affliggono la condizione umana si traduce in una supplica fiduciosa. La contemplazione del Cielo non dimentica la terra ma diventa una preghiera che presenta a Dio la fatica quotidiana. L’umile richiesta è accompagnata dalla docile disponibilità: “Sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra” (6,10). Questa formula chiude la prima parte e apre la seconda. Queste parole contengono la promessa di Dio e l’impegno dell’uomo. Questa preghiera c’insegna a vivere con lo sguardo rivolto a Dio e dona il coraggio di vestire la vita con la luce di Dio. Oggi chiediamo la grazia di riconoscere e invocare con fede Dio come nostro Padre; e di vivere come figli obbedienti che non si stancano di combattere contro il male per fare della terra lo spazio in cui Dio dimora.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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