Dire che la vita umana è “sacra” non è solo un concetto religioso…

bambini gravidanza feto aborto

(Foto: Mopic - Shutterstock.com)

Guai a chi osa mettere le mani sull’aborto in Italia. Il quotidiano “la Repubblica” parla di “sbarco degli antiabortisti sulle coste dei consultori” che sono i luoghi dove la donna si rivolge per chiedere aiuto. Eppure anche la legge 194 in sottofondo dice che bisogna cercare di aiutare la donna a non abortire.

Il 13 maggio l’Arcivescovo de La Valletta, capitale di Malta, Mons. Scicluna (per anni collaboratore di Papa Francesco) è intervenuto nell’acceso dibattito sull’isola per ribadire la sacralità della vita nascente e della maternità. Malta è l’unico Paese in Europa che proibisce di “procurare un aborto”, che comporta una pena detentiva fino a tre anni (articolo 241 del codice penale), e che punisce chiunque assista all’aborto per omicidio volontario o lesioni personali volontarie (articolo 242 con pena detentiva sino a 4 anni).  Nei giorni seguenti è sceso in campo anche il Presidente della Repubblica di Malta, George Vella, cattolico praticante da sempre coerente con la Nota della Congregazione per la dottrina della fede per i Cattolici in Politica (2002). Perciò, il 17 maggio, durante un’intervista alla emittente televisiva Net News, Vella, laureato in medicina, ha dichiarato con coraggio: “Non firmerò mai un disegno di legge che comporta l’autorizzazione di un omicidio… Non posso impedire all’esecutivo di decidere, questo spetta al Parlamento. Ma ho la libertà, se non sono d’accordo con un progetto di legge, di dimettermi e andare a casa, non ho problemi a farlo… non ci sono mezze misure per l’omicidio. O hai ucciso o non hai ucciso… Sono molto chiaro, non ci sono se e ma”.

In Italia però non è possibile parlare di “sacralità” della vita perché andrebbe… contro la laicità dello Stato. È successo che l’Asl di Torino ha accreditato tre associazioni, il Centro di aiuto alla Vita Mirafiori Nord Torino, il Movimento per la Vita di Torino e Promozione Vita per collaborare con i consultori e offrire alle donne la possibilità di essere aiutate nel percorso di una maternità difficile e nella decisione di poter accogliere il proprio bambino senza ricorrere all’aborto. Le Associazioni hanno partecipato al bando della Regione Piemonte per selezionare trenta realtà a favore della vita a cui garantire uno spazio all’interno dei consultori, o comunque all’interno dei locali sanitari, e una presenza fisica di almeno due volte alla settimana per offrire consulenza alle donne. Tutto in linea con la legge 194 che chiede di contribuire per “far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza” (art 2, comma d, 194/78). Apriti cielo. 

Guai a chi osa mettere le mani sull’aborto in Italia. Il quotidiano “la Repubblica” parla di “sbarco degli antiabortisti sulle coste dei consultori” che sono i luoghi dove la donna si rivolge per chiedere aiuto. La risposta del segretario regionale del Partito Democratico, Paolo Furia, al governatore della regione Piemonte, Alberto Cirio, che ha sostenuto l’iniziativa, rivela quello che la legge 194 dice in sottofondo. Dice Furia: “Cercare di aiutare la donna a non abortire supportandola in caso di problemi economici è una cosa laica, giusta e prevista dalla legge ma l’argomento della sacralità della vita fin dal concepimento è un dogma di fede che non può entrare in un consultorio pubblico. Sulla laicità non si scherza e non si scende a compromessi”. Ma sappiamo che è proprio la scienza laica a dire che il nascituro è “semplicemente” un essere umano e che il feto di 3 mesi (il limite per l’aborto) è lo stesso feto di quando avrà 3 mesi e 1 giorno. La sacralità della vita non è un termine da sagrestia ma vuol dire che il nascituro non può essere uno “scarto”, come afferma sempre Papa Francesco.




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



Gabriele Soliani

Gabriele Soliani, nato a Boretto (Reggio Emilia) il 24-03-1955. Medico, psicoterapeuta, sessuologo, adolescentologo, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine. Libero professionista. Ha collaborato per 9 anni al Consultorio Familiare diocesano di Reggio Emilia. Sposato con Patrizia, docente di scuola superiore. Vive a Napoli dal 2015. Ministro della Santa Comunione e Lettore istituito.

ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.