Ddl Zan

La Cirinnà e quelle regole che non valgono per tutti…

Palazzo Madama

Francesco Gasparetti from Senigallia, Italy, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

di Ida Giangrande

Monica Cirinnà filma un senatore renziano e poi pubblica il video sui social sapendo che è vietato fare riprese in Aula. Motivo? Il senatore in questione stava applaudendo un discorso di Salvini. Non c’è speranza, in Italia le regole non valgono per tutti. Ecco il terreno fertile per il Ddl Zan.

Le regole valgono per tutti, ma negli ultimi tempi se sei omosessuale, trans o semplicemente sostenitore di tutta la logica lgbtq puoi anche permetterti di andare oltre le regole, sia quelle scritte che quelle non scritte. 

Era già accaduto in occasione di un gay pride nelle ultime settimane, quando un manifestante si era presentato in piazza travestito da Gesù in versione gay. Tutti zitti! E la cosa è passata inosservata: nessuno ha pagato, nessuno ha chiesto scusa. Ma la prova provata di quello che dico ce l’ha offerta ieri la senatrice Monica Cirinnà. 

Come tutti saprete ormai nella giornata di ieri, il Ddl Zan si è salvato per un solo voto. Il rotto della cuffia per intenderci. Via con la bufera mediatica ma al centro delle polemiche questa volta non ci sono solo i nomi di quanti non sono d’accordo con la legge contro l’omotransfobia così com’è stata formulata al momento, bensì anche la senatrice dem Monica Cirinnà. Motivo? Si è permessa di filmare con il suo cellulare il renziano, Davide Faraone, insieme ad altri colleghi di Italia Viva, mentre applaude calorosamente al termine del discorso di Matteo Salvini. Subito dopo la senatrice da sempre schierata a favore delle pretese lgbtq, ha anche pubblicato sui social il suddetto video, ben sapendo che si tratta di una pratica vietata. Niente paura: pare che tutto sia possibile a chi come lei segue la corrente del pensiero unico dominante. L’avessimo fatto noi dall’altro lato del tavolo, apriti cielo! Ma lei è Monica Cirinnà, autrice del primo disegno di legge sulle unioni civili. La stessa che osò manifestare con un cartello in mano che recitava più o meno così: “Dio, patria e famiglia: che vita de merda”.

Immediata la reazione di Farone che ha commentato il gesto così: “La senatrice Monica Cirinnà ha pubblicato un video fatto col suo telefonino rendendomi oggetto di una lapidazione sui social – e ha poi sottolineato – Le riprese in Aula non possono essere fatte”. Qualcuno lo ricordasse alla Cirinnà che le regole valgono per tutti, ma proprio tutti. Ma forse è proprio questo l’obiettivo del Ddl Zan? Rendere oggetto di linciaggio mediatico oltre che penale chiunque non sia d’accordo con la logica lgbtq e lo manifesti pubblicamente? Se le cose stanno così allora ringrazio la Cirinnà perché con i suoi gesti intemperanti e irrispettosi di chi la pensa diversamente da lei, sta smascherando il vero volto di questo discusso disegno di legge.




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