Disastro ambientale

Sui disastri ambientali basta allarmismi, bisogna proporre soluzione concrete…

terra

di Gabriele Soliani

Si discute in modo ossessivo del cambiamento climatico ma si dimentica l’importanza della prevenzione sul tema del dissesto idrogeologico. Intanto la gente muore come sta avvenendo in Nord Europa.

Dopo poche ore dalla proposta della Commissione Europea del super gettonato Green deal, che ha l’obiettivo teorico di emissioni zero di CO2 nel 2050 e l’anacronistico stop alle auto a motore termico dal 2035, il Nord Europa ha vissuto un drammatico disastro ambientale con un’alluvione che ha causato decine di morti, centinaia di dispersi e ingenti danni. È evidente che occorra soprattutto una riflessione sulle politiche ambientali degli anni a venire. Cioè occorre investire nella prevenzione. 

Si discute in modo ossessivo del cambiamento climatico ma si dimentica l’importanza della prevenzione sul tema del dissesto idrogeologico. Nei decenni passati anche in Italia sono avvenuti disastri ambientali costati la vita a centinaia di persone con conseguenze devastanti che si sarebbero potute evitare con una maggiore cura del territorio. Il dottor Cesare Patrone, già capo del Corpo Forestale dello Stato, sostenitore della nascita dei Carabinieri forestali, dice: “Finalmente ci siamo accorti del problema ambientale ma bisogna sposare una tesi sviluppista. In Italia invece c’è un grande ritardo e non sono stati fatti seriamente interventi a tutela dell’ambiente che richiedono una cultura interventista, mentre un certo tipo di politica progressista è legata alla cultura dell’abbandono”. Patrone spiega che: “Al di là della crisi climatica c’è un problema di cura del territorio che qualche decennio fa si realizzava e ora si fa molto meno. La nostra è ormai una cultura urbanocentrica e il territorio non è più curato. Chi fa le sistemazioni idrogeologiche? Quale è la struttura proposta? Purtroppo i territori periferici sono abbandonati con gravi conseguenze e manca del tutto una visione”. Secondo Patrone: “Occorre utilizzare una struttura con cultura tecnica come i Carabinieri forestali e serve una riflessione per comprendere che l’ambiente non è solo tutela ma anche sicurezza e deve diventare dominio strategico. Affinché diventi tale, serve che il Ministero della transizione ecologica entri nel comitato per la sicurezza della Repubblica”. 

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L’eurodeputato Nicola Procaccini, promotore di battaglie ambientali da una prospettiva conservatrice dice: “Il riscaldamento globale è un fatto ma il nesso con l’alluvione in Germania è onestamente ben poco. Le alluvioni ci sono sempre state e avvengono in tutte le nazioni e in periodi differenti e sono caratterizzate da situazioni diverse. Va detto che a volte l’uomo interviene in modo scellerato sulla natura costruendo dove non dovrebbe, deviando i fiumi, modificando il paesaggio e privando la natura delle proprie difese”. Dunque prevenzione.  Continua Procaccini: “Già in epoca pre-Covid abbiamo chiesto ufficialmente all’Ue di destinare ingenti finanziamenti per opere che impediscano il dissesto idrogeologico e lo abbiamo ribadito con i fondi del recovery fund. Sinceramente, per quanto la micro-mobilità sia importante, preferisco siano destinate risorse a opere per la tutela del paesaggio più che ai bonus per i monopattini”. Piergiorgio Benvenuti, presidente del movimento Ecoitaliasolidale, parla di investire in prevenzione: “Si rincorre sempre l’emergenza ma servirebbero figure ad hoc per prevenire la crisi. Per questo al Dipartimento di Chimica dell’Università La Sapienza il prossimo 20 settembre partirà il primo corso per la formazione di Genieri della protezione Ambientale e Climatica, per formare figure da mettere a disposizione di tutte le amministrazioni comunali europee”. Invece l’approccio prevalente da parte di un certo ambientalismo è un costante allarmismo che enfatizza problemi globali (il cambiamento climatico) ma tralascia i veri problemi locali e le soluzioni che partano dalle comunità e dagli stati nazionali. Non dimentichiamo inoltre l’ossessiva idea degli ideologi ambientalisti che sia l’essere umano la causa di tutte le catastrofi naturali e che addirittura la soluzione per loro sarebbe la diminuzione delle nascite, ovviamente anche con l’aborto. Un’assurdità contro natura.




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Gabriele Soliani

Gabriele Soliani, nato a Boretto (Reggio Emilia) il 24-03-1955. Medico, psicoterapeuta, sessuologo, adolescentologo, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine. Libero professionista. Ha collaborato per 9 anni al Consultorio Familiare diocesano di Reggio Emilia. Sposato con Patrizia, docente di scuola superiore. Vive a Napoli dal 2015. Ministro della Santa Comunione e Lettore istituito.

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