21 luglio 2021

21 Luglio 2021

Gettare il seme, sempre e ovunque

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13, 1-9)
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».

Il commento

Ecco, il seminatore uscì a seminare” (13,3). Il Seminatore è l’icona di un Dio che ha cura dei suoi figli, un Dio che ogni giorno esce per dare al terreno il seme assolutamente necessario, senza quel seme nulla può germogliare, il terreno resta infruttuoso, sperimenta la più assoluta sterilità, va incontro al più totale fallimento. L’opera del seminatore non è solo utile ma indispensabile, non è solo cosa buona ma assolutamente essenziale. Il terreno non è in grado di fabbricare il seme. La parabola non è un manuale per gli agricoltori – anche perché da questo punto di vista presenta non poche incongruenze – ma un annuncio del legame che intercorre tra Dio e l’uomo. Non è perciò difficile passare dalla parabola alla vita. Come il terreno senza il seme è sterile, così la nostra vita è vuota senza Dio. Il Signore lo sa, per questo si dà da fare. E s’impegna con tanta passione da non distinguere il terreno in base alle sue potenzialità, semina ovunque e sempre. Non fa mancare il seme perché sa che tutti ne hanno bisogno. Lui sa che l’uomo ha bisogno di Dio, non può vivere senza di Lui. Aveva ragione Sant’Agostino quando scriveva che il nostro cuore è fatto per Dio e solo in Lui può trovare riposo, cioè il pieno compimento di ogni desiderio. Dio lo sa. Noi invece non lo sappiamo, perciò accade spesso che chiediamo ad altri quella vita che solo Dio può donare. Nel migliore dei casi non ci disponiamo ad accogliere Dio come l’unico Bene ma come uno dei beni. Nel peggiore pensiamo di fare a meno di Dio, come il figlio più giovane della parabola che abbandona la casa paterna perché pensa di trovare altrove pienezza di vita. È la grande menzogna ed è il marchio di fabbrica della cultura occidentale.

“Alla radice di ogni evangelizzazione non vi è un progetto umano di espansione, bensì il desiderio di condividere l’inestimabile dono che Dio ha voluto farci, partecipandoci la sua stessa vita” (Benedetto XVI, Motu proprio Ubicumque et semper). Chi ha coscienza che il seme di Dio è fonte di vita, diventa un appassionato missionario. È quello che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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1 risposta su “Gettare il seme, sempre e ovunque”

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