29 Luglio 2021

L’amicizia che fa risorgere | 29 luglio 2021

Mi commuove sempre pensare che Gesù aveva degli amici. Anzi che aveva bisogno di amici. Betania, Marta, Maria e Lazzaro, i pianti, la gioia, la convivialità dei pasti. Nel Vangelo si parla di questo. Di cose semplici, di cose ordinarie che hanno il profumo buono del pane. Di compassione, di abbracci, di ascolto. Betania è l’icona della vera amicizia. Non tanto per le parole che si dicono ma per quelle che non si dicono. “Vi riconosceranno da come vi amerete” aveva detto Gesù. Il primo a mettere in pratica questo invito è proprio lui.

A Betania non si recita, non si fa finta di volersi bene, non si cerca il proprio interesse. A Betania Gesù e i suoi amici si vogliono davvero bene: si servono gli uni gli altri, si ascoltano gli uni gli altri, si partecipa al dolore e alla gioia dell’altro. Quanto sono importanti le relazioni nella nostra vita! Abbiamo bisogno di amici. Quali amici?

È una risposta tremendamente difficile da dare. L’amicizia come l’amore rischia di essere inquinata dalla mentalità di questo mondo. Oggi più di ieri i social hanno radicalmente cambiato il volto dell’amicizia e hanno sostituito le parole incontrarsi, parlarsi di persona, guardarsi negli occhi con le connessioni sui social, i messaggi WhatsApp, le videochiamate. Si ottimizzano i tempi ma si smarrisce il contenuto. Perché l’amicizia è anche e soprattutto perdere tempo per un amico. Nel senso che l’ascolto, quello vero, la condivisione quella profonda, presuppone uno spazio che non può essere calcolato con l’orologio alla mano. Deve essere uno spazio reale e non virtuale. La relazione si nutre di concretezza e di gratuità.

Gratuità innanzitutto. Vedo che anche negli ambienti ecclesiali spesso l’amicizia è ammantata di buone intenzioni ma inquinata dal possesso. La cartina di tornasole è fatta di gelosie, invidie, strumentalizzazioni dell’altro. Voglio l’esclusività in un’amicizia oppure uso strategie per attirare le persone a me con uno scopo preciso per poi scaricarle appena possibile quando non mi servono più. L’amicizia non si pretende, non si compra, non si mendica. Si costruisce intorno ad un patto di responsabilità e di cura. Sempre. Anche quando l’amico mi delude o io deludo lui, non abbandono la barca come un ladro, non fuggo. Resto. Restare è dei veri amici di Gesù.

In questo le donne sono più allenate degli uomini. Restano più facilmente e si prendono cura con amore. Quando spalancano la loro capacità di accoglienza mostrano in modo meraviglioso quando l’amicizia è feconda e generativa. Nella dimensione della cura le ferite, i limiti caratteriali, l’incapacità dell’altro non scandalizza, non fa indietreggiare, non fa scappare. Fa risorgere, aiuta cioè a rinascere a vita nuova. Tutto questo si sperimenta nei momenti difficili. È vero il motto per cui un amico si vede nel momento del bisogno. Quante consolazioni ho ricevuto nel tempo della prova. Da quel Dio che aveva la voce, lo sguardo e gli abbracci dei miei amici.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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