Pronti per le vacanze?

Non per tutti i genitori la vacanza è salutare. Spesso si ritorna stanchi ed esauriti. Perché? E come trasformare il tempo del riposo in una pausa rigenerante per la coppia e per la relazione con i figli?
Non sempre le vacanze sono un’occasione salutare. Alcuni genitori tornano distrutti, esauriti e preoccupati più di quanto lo erano prima di partire. La convivenza e la vicinanza familiare mette a dura prova. Per certi aspetti il ritmo quotidiano inquadra la relazione genitori/figli in un certo equilibrio, tra i doveri e i piaceri. La vacanza invece crea disordine. Ognuno rivendica uno spazio di legittima autonomia, di soddisfazione dei bisogni repressi durante l’anno tra scuola, studio, attività extra curriculari e purtroppo non sempre gli interessi e i progetti dei figli sono in linea con quelli dei genitori. Trovare l’armonia non è facile.
Non posso dare puntuali suggerimenti, ovviamente, perché dovrei prendere in esame le possibili situazioni domestiche che si possono venire a creare: vivacchiare tutto il giorno senza far niente, tornare tardi la sera, litigare più frequentemente tra fratelli, e così via. Ma posso provare a dare qualche suggerimento preventivo, come per esempio fare una sosta domestica. Darsi cioè del tempo per fare un momento di verifica e ricognizione familiare: ripetere di nuovo le regole di casa, ristabilire le priorità, ascoltarsi e consegnarsi le attese, le fatiche, le gioie. Dal più piccolo al più grande ognuno, genitori e figli, si racconta, a parole o con i disegni se ci sono bimbi piccoli, non importa basta che ognuno dica realmente come è arrivato al meritato riposo estivo con quali fatiche con quali bisogni.
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Questo dialogo domestico e familiare è liberante e sgonfia tutte le possibili tensioni dovute al non detto, che spesso regna nelle famiglie. E se questa sosta salutare preventiva piuttosto che farla tra le mura domestiche viene fatta in un luogo di pellegrinaggio con l’intento di affidare a Dio il tempo del riposo? L’obiettivo è mettersi in ascolto di Dio e ripensare la propria quotidianità familiare e domestica, rivedere ciò che non aiuta a sviluppare l’unità coniugale e genitoriale, darsi un tempo di preghiera. L’estate così si riempie di significato umano e spirituale. Diventa un ristoro per il corpo e lo spirito e soprattutto permette di guadagnare una solidità affettiva e spirituale capace di affrontare il gelido inverno, non solo climatico ma anche esperienziale.
La madre di Carlo Acutis, la signora Antonia, parlando dei desideri del figlio racconta che Carlo, chiedeva a lei e al marito di fare viaggi nei luoghi dei miracoli eucaristici. E questi genitori organizzavano le estati proprio per assecondare il figlio. Carlo, un giovane volato in cielo a soli 15 anni, offrendo le sue sofferenze per il Papa e per la Chiesa. Prima di morire, ha realizzato una mostra sui miracoli eucaristici, proprio con quel materiale video e fotografico, prodotto nei pellegrinaggi fatti insieme alla famiglia; una mostra che tutt’ora gira il mondo. Oggi Carlo è beato e anche per mamma Antonia è più chiaro il significato di uno dei più famosi motti di suo figlio: “L’Eucaristia è la mia autostrada per il cielo”.
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