5 agosto 2021

5 Agosto 2021

Le buone intenzioni non bastano

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 16,13-23)
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».

Il commento

Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (16,16). Il Vangelo offre due immagini di Pietro, due volti totalmente differenti, anzi radicalmente opposti, icona di quelle contraddizioni che dimorano nel cuore dell’uomo. In primo luogo l’apostolo appare anzitutto come il discepolo che riconosce e annuncia l’identità messianica di Gesù: “Tu sei il Cristo”. Queste parole non sono affatto scontate ma il segno della grazia divina che agisce in lui (16,17). Non c’è di che vantarsi, è Dio che lo ha scelto e gli ha dato la luce. Pietro appare come il canale privilegiato di un’acqua che viene dal Cielo. Nello stesso giorno, o forse in un altro momento e in un altro contesto, quando Gesù parla della sofferenza che lo attende, Pietro ritiene suo dovere rimproverare il Maestro: “Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai” (16,22). Il verbo epitimáō significa censurare, rimproverare severamente. Con questo verbo gli evangelisti descrivono l’attività di Gesù contro il maligno. Pietro pretende di insegnare al Maestro la verità. Le sue intenzioni sono buone, si rivolge con rispetto, gli vuole bene e non riesce ad accettare di vederlo soffrire. Le buone intenzioni non bastano, anzi spesso ci fanno scegliere la via più comoda, proprio quella che ci allontana da Dio.

Due volti così diversi si annidano nella stessa persona: questa pagina evangelica ricorda che in ciascuno di noi c’è una continua lotta tra luce e tenebre, viviamo tra slanci e cadute. È una lotta che in alcuni momenti diventa più aspra, forse perché siamo più deboli oppure perché l’errore è più grave. Riconoscere la lotta è la condizione per… lottare. In caso contrario, lasciamo campo libero al maligno. Se durante una partita di calcio una squadra esce dal campo, l’altra può fare tutti i goal che vuole. Consapevole che non si raggiunge la santità se non si pronti a lottare, Teresa di Lisieux prega così: “Voglio amarti come un piccolo bambino / e, guerriero prode, lottare voglio” (P 36). Piccoli come bambini e audaci come soldati. È questa la grazia che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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