Risse tra giovanissimi: perché? Cosa fare per aiutarli?

11 Agosto 2021

pugno

Dalla scorsa estate a oggi è stata un’escalation di violenze e risse tra adolescenti. È tutta colpa del Covid? C’è qualcosa che noi adulti possiamo fare per aiutarli?

Il fenomeno delle risse tra giovanissimi è molto esteso. Una realtà già piuttosto presente prima del Covid-19, ha assunto una forma paradossale nei tempi del post lockdown. Dalla scorsa estate, e ancor di più in inverno, sulla cronaca si sono susseguiti episodi di scontri tra comitive locali o addirittura manifestazioni macroscopiche in importanti piazze italiane. A Roma e a Venezia si è parlato di maxi-risse, per il numero elevato di partecipanti e di ragazzi che accorrono ad assistere. In piena pandemia, con gli assembramenti vietati, decine di ragazzi si danno appuntamento tramite i social in piazza per “fare una rissa insieme”.

Uno degli elementi strutturali dell’adolescenza è l’esigenza di passare dalla piccola cerchia del nucleo familiare all’espansione della società intera. Il gruppo di amici è per eccellenza il luogo che svolge questa funzione di apertura alla società. Le piazze, i parchi, i campi da calcio o basket sono luoghi d’incontro a tutto tondo. È, tuttavia, sconvolgente vedere come oggi i luoghi di aggregazione e i modi di stare in gruppo a volte assumano connotati molto vicini, se non addirittura già attribuibili all’ambito dell’antisocialità. Lo spazio di aggregazione è notoriamente un luogo di incontro, di scambio di punti di vista. La piazza come nell’antica Grecia è il luogo dove vedere la diversità. Eppure oggi sembra che lo spazio di incontro sia usato per esercitare violenza.

Possiamo fare riferimento a un aspetto che potrebbe in parte spiegare questo fenomeno: il sistema motivazionale agonistico di competizione per il rango. Il Sistema motivazionale è un sistema cerebrale e mentale che regola il comportamento e le emozioni in vista di una meta. Liotti (2016) spiega come si tratti di tendenze, propensioni ad agire verso obiettivi specifici, inviti a perseguire particolari forme di interazione tra organismi e ambiente. La mente umana si articola su vari sistemi motivazionali di attivazione, alcuni comuni a quelli animali, altri più squisitamente evoluti. Liotti tra i Sistemi Motivazionali Interpersonali cita quello agonistico di competizione per il rango. Può essere utile in questo momento dare uno sguardo alle modalità tipiche animali: quando acquisisce un territorio, quando sente di possederlo, attiva tutta una serie di strategie per poterlo controllare, trattenere fare in modo che nessuno lo conquisti. La dimensione del rango diviene così qualcosa da dover proteggere e per cui battersi. Alla stregua, per un adolescente può diventare fondamentale proteggere il suo gruppo di amici e il luogo dove si ritrovano, attraverso lo scontro così come fanno gli animali. Una simile interpretazione non giustifica tanta violenza gratuita eppure fornisce una possibile spiegazione ad un fenomeno apparentemente incomprensibile. Tuttavia, è importante ricordare che i sistemi motivazionali hanno una struttura gerarchica: i livelli evolutivamente più arcaici, dove troviamo anche il sistema motivazionale di rango, di fatto mostrano solo potenzialità microscopiche della mente umana. A differenza, il terzo livello gerarchico dei SM, prerogativa della specie umana perché localizzato nella neocorteccia, è quello che controlla e favorisce l’interazione sociale caratteristica dei mammiferi. Pertanto possiamo pensare che i nostri giovani possono imparare a usare la neocorteccia, e quindi a ricorrere a comportamenti e modalità di pensiero a più alto funzionamento.

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A tal proposito è molto importante, favorire la partecipazione dei nostri figli ad attività e in contesti sani, positivi che favoriscano la crescita. Quando vado nelle scuole per svolgere progetti di educazione affettiva e sessuale a nome della mia associazione Progetto Pioneer, mi trovo spesso a intrattenere ampie riflessioni con i ragazzi sull’amicizia. Imparare a scegliere le proprie compagnie. Imparare ad essere buoni amici. Alcuni elementi tornano sempre, in ogni classe: le amicizie devono essere libere; devono poter portare al bene di sé e dell’altro; non posso essere sbilanciate, si tratta di un rapporto alla pari per sua natura non può diventare di sudditanza o di dominanza esclusiva. 

Dopo la rissa tra minori a Gallarate (Varese) dello scorso anno, il procuratore capo Ciro Cascone denuncia una grande solitudine educativa: “Sconvolge la solitudine educativa di questi giovani, i quali hanno difficoltà a mettere a fuoco la sproporzione di quanto hanno messo in atto, un vuoto rispetto alla gravità e gli orizzonti entro i quali collocare i propri comportamenti e le proprie azioni”. Spesso i giovani hanno bisogno di rielaborare con gli adulti quello che accade nella quotidianità. Litigi, delusioni, passionalità, confidenze etc. L’esperienza sul campo è qualcosa di preziosissimo, eppure a volte ha bisogno di una rilettura. L’adulto può e deve, svolgere questo ruolo di affiancamento. Aiutare i ragazzi a sviluppare un senso critico, a mentalizzare sui propri processi di socializzazione, a scegliere con consapevolezza, sono aspetti importanti per lo sviluppo di una personalità forte pronta ad affrontare le sfide della vita.




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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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1 risposta su “Risse tra giovanissimi: perché? Cosa fare per aiutarli?”

PREGARE CON I FIGLI, INSEGNARE LORO LA PREGHIERA PREGANDO CON LORO, GIA’ DA NEONATI, ALLATTANDO ,FIN DAL MATTINO, POI, CRESCENDO, PRIMA DI COLAZIONE,PRIMA DEI PASTI, LA SERA ,PRIMA DEL SONNO. Ricorderò,per sempre,l’immagine di papà e mamma ,inginocchiati accanto al letto,quando bussavo alla porta della loro camera, per l’ultimo saluto della giornata,indimenticabile!
Se la persona, a qualunque età, ha come BALUARDO di vita, la PRESENZA DI GESU’ e di MARIA, con un contatto di PREGHIERA VIVA e vera,SI DISTINGUE, NON TEME e NON LITIGA ,E’ PORTATORE DI PACE!

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