La vita familiare? Il primo premio della lotteria…

25 Agosto 2021

Detlev Von Liliencron

È vero, come dice Liliencron, che la felicità familiare è il “primo premio” che si possa vincere nella vita? E che da essa dipendono niente meno che la morale e lo Stato, e quindi addirittura “la nostra salute fisica e spirituale”?

«Una felice vita familiare tra marito e moglie, e i loro figli, è il primo premio della lotteria dell’esistenza. Su di essa si fonda la morale, lo Stato e all’ingrosso la nostra salute fisica e spirituale». 

L’autore di queste parole è Detlev Von Liliencron (1844-1909), poeta e narratore tedesco ormai dimenticato dai più ma ai suoi tempi molto apprezzato dal pubblico per la freschezza del suo stile e la capacità di rappresentare schiettamente la realtà della vita. 

La frase che propongo oggi, magari depurata da un certo eccessivo ottimismo ottocentesco, ne è un esempio. Niente prediche ma considerazioni fondate sull’esperienza, che si possono condividere o magari confutare, ma che impongono comunque una riflessione e una risposta; cosa che mi pare sempre molto morale, all’insegna dell’evangelico “sì sì, no no”. 

È vero, come dice Liliencron, che la felicità familiare è il “primo premio” che si possa vincere nella vita? E che da essa dipendono niente meno che la morale e lo Stato, e quindi addirittura “la nostra salute fisica e spirituale”?

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Sgombriamo subito il campo dal mito della famiglia tradizionale che guai a chi la tocca. Non so se le cose davvero una volta andassero meglio, ricordo però bene certi racconti sull’Italietta pre 1958 (legge Merlin) quando certe “case” venivano frequentate da molti rispettabili padri di famiglia…

E sgombriamo il campo anche dalla retorica dei buoni sentimenti e da quel familismo amorale (ma anche se fosse morale…) che tanto hanno danneggiato la causa. 

La famiglia è infatti prima di tutto il luogo della libertà di un uomo e una donna che s’innamorano e si conoscono sempre meglio (eros + agàpe), in una complicità che guarda in alto, a Dio, e si trasforma in un progetto su cui ‘giocare’ con fiducia l’esistenza. Un progetto di cui fanno parte naturalmente i figli (il “di più” evangelico che benedice questo amore) e che è aperto ai fratelli e alle sorelle che la Provvidenza ci fa incontrare. 

Naturalmente, come in ogni “luogo della libertà”, c’è poco spazio per l’idillio svenevole. Quante volte, tra marito e moglie, fratello e sorella, genitori e figlio, ci si manda cordialmente al diavolo. Ma questo fa parte della normale dialettica tra esseri umani (non siamo angeli!). L’importante è che ci sia una concordia di fondo sulle cose essenziali, l’importante è sentire che proprio questa famiglia è la nostra “casa”: il luogo della protezione ma anche, una volta spalancate le porte, di un’avventura che non dimenticherà mai le proprie radici.

Se la famiglia funziona, è più facile – anche se ovviamente non automatico – che i propri membri cerchino di comportarsi bene, rispettando il prossimo, e che se ne giovi dunque la vita sociale (lo Stato di cui parla Liliencron). È anche probabile che in una famiglia simile ci siano più frequenti momenti di buonumore che di certo fanno bene alla salute. 

Attenzione però al requisito richiesto: tener duro negli inevitabili momenti difficili, senza stancarsi mai di chiedere aiuto agli uomini e soprattutto a Dio.




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Gianni Mussini

Gianni Mussini, quinto di otto figli, è nato a Vigevano nel 1951. Laureato a Pavia, alunno dell’Almo Collegio Borromeo fondato da san Carlo (e citato da Manzoni nei Promessi sposi). Docente di Lettere (da ultimo al Liceo classico “Ugo Foscolo”), ha anche insegnato per 12 anni alla Scuola interuniversitaria lombarda per la formazione degli insegnanti. Autore di due libri di poesia (tra cui Rime cristiane eccellentemente recensito dal Corriere della sera e da Avvenire) e di molti studi ed edizioni specialmente sul poeta Clemente Rebora, ma anche su altri autori (tra cui Jacopone da Todi, Cesare Angelini, Manzoni), per Garzanti, Scheiwiller, Piemme, De Agostini, Storia e Letteratura. Ha collaborato a testi scolastici (La Scuola, Le Monnier, De Agostini) e raccolto in volume testimonianze di Vite salvate (Interlinea, Novara, con prefazione di Claudio Magris), ora moltiplicate nel volume Donne in cerca di guai, uscito nel 2018. Per 8 anni è stato presidente dei Centri di aiuto alla vita della Lombardia e per 12 vicepresidente nazionale del Movimento per la vita. Dal 2005 al 2012 ha invece presieduto il Consultorio familiare onlus di Pavia (dedicato al servo di Dio Giancarlo Bertolotti), del quale è stato fondatore. Ha organizzato diversi convegni, nazionali e internazionali, sui temi della vita e della famiglia, e anche corsi di aggiornamento, anche letterari, rivolti a insegnanti. Per 17 anni ha infine organizzato il Festival nazionale “Cantiamo la vita”, con la partecipazione di ospiti di fama internazionale. Last not least. È sposato con Maria Pia, e con cui ha generato Cecilia, Giacomo e Lorenza.

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1 risposta su “La vita familiare? Il primo premio della lotteria…”

Molto bello e molto vero. Le virtù viste e vissute in famiglia si riversano sulla società. La famiglia crea legami per il bene comune.

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