Udienza generale

Il pericolo è “perdere la bellezza della novità di Cristo”

Papa Francesco

(Foto: giulio napolitano / Shutterstock.com)

a cura della Redazione

“L’amore di Cristo crocifisso e risorto rimane al centro della nostra vita quotidiana come fonte di salvezza, oppure ci accontentiamo di qualche formalità religiosa per metterci la coscienza a posto? Come viviamo la fede noi?”. Così il Papa nella catechesi dell’Udienza generale di questa settimana.

Prosegue il ciclo di catechesi che il Santo Padre, Francesco, ha deciso di dedicare alla Lettera ai Galati di San Paolo. Questa settimana dall’Aula Paolo VI emerge con forze un pericolo concreto per tutti i credenti, quello di “perdere il tesoro prezioso, la bellezza della novità di Cristo”. 

“Non è una cosa nuova, – sottolinea il Papa – è quello che disse San Paolo in un conflitto molto serio ai Galati. È anche parola di Dio, perché entra nella Bibbia. Non sono cose che qualcuno si inventa, è qualcosa che è successo a quel tempo e che può ripetersi. È una catechesi sulla parola di Dio espressa nella lettera di San Paolo apostolo ai Galati”.

In questa preziosa Lettera ai Galati, San Paolo mette in guardia dal rischio di “cadere nel formalismo” – “e di rinnegare la nuova dignità che essi hanno ricevuto, la dignità di credenti in Cristo”. “Se avete tempo, leggetela”, consiglia a braccio Francesco: “Fino a qui, Paolo ha parlato della sua vita e della sua vocazione: di come la grazia di Dio ha trasformato la sua esistenza, mettendola completamente a servizio dell’evangelizzazione. A questo punto, interpella direttamente i Galati: li pone davanti alle scelte che hanno compiuto e alla loro condizione attuale, che potrebbe vanificare l’esperienza di grazia vissuta”. “I termini con cui l’apostolo si rivolge ai Galati non sono termini di cortesia”, ha sottolineato Francesco: “Nelle altre Lettere è facile trovare l’espressione ‘fratelli’ oppure ‘carissimi’, qui no, perché è arrabbiato. Dice in modo generico ‘Galati’ e per ben due volte li chiama ‘stolti’, che non è un termine di cortesia. Lo fa non perché non siano intelligenti, ma perché, quasi senza accorgersene, rischiano di perdere la fede in Cristo che hanno accolto con tanto entusiasmo”

Il Papa che, nei giorni scorsi in un’intervista rilasciata all’emittente spagnola Radio Cope, ha smentito le voci che lo vedevano in procinto di dimettersi, ci ricorda che ancora oggi San Paolo invita a riflettere su come viviamo la nostra fede: “L’amore di Cristo crocifisso e risorto rimane al centro della nostra vita quotidiana come fonte di salvezza, oppure ci accontentiamo di qualche formalità religiosa per metterci la coscienza a posto? Come viviamo la fede noi? Siamo attaccati al tesoro prezioso, alla bellezza della novità di Cristo, oppure gli preferiamo qualcosa che al momento ci attira ma poi ci lascia il vuoto dentro? L’effimero bussa spesso alla porta delle nostre giornate, ma è una triste illusione, che ci fa cadere nella superficialità e impedisce di discernere su cosa valga veramente la pena vivere. Manteniamo comunque ferma la certezza che, anche quando siamo tentati di allontanarci, Dio continua ancora a elargire i suoi doni”.

Per leggere la catechesi in versione integrale clicca qui




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