BRICIOLE DI VANGELO

19 Settembre 2021

Cronaca di una sconfitta annunciata

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 9,30-37)
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

Il commento

Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo” (9,32). Gesù non parla alla folla ma ai discepoli, anzi ai Dodici che possiamo considerare gli amici più fidati, quelli che, per motivo di ufficio, dovrebbero essere più aperti, docili e accoglienti. E scopriamo che anche loro, come gli altri, fanno fatica entrare nella logica del Vangelo, anzi appaiono refrattari. Si fidano di Gesù e certamente gli danno credito. E tuttavia, restano sconcertati dinanzi alla sua proposta. L’idea della sofferenza li sconvolge. L’evangelista dice che “non capivano”. In realtà avevano capito fin troppo bene, per questo chiudono la porta del cuore, quella parola disturba e mette a soqquadro i loro pensieri, disegna un orizzonte che istintivamente rifiutano. Non capiscono perché è necessario passare attraverso il dolore. Sono pronti a combattere e invece il Maestro sembra patrocinare la rassegnazione, come se l’insuccesso fosse l’esito inevitabile. Quella parola sembra la cronaca di una sconfitta annunciata. Non molto tempo prima Gesù era stato acclamato come il Messia atteso da Israele, l’Inviato di Dio (8, 27-29). Questo fatto rende ancora più incomprensibile le parole del Maestro: se viene con l’autorità e la potenza di Dio perché, invece di esortare alla battaglia, invita ad accogliere passivamente l’ingiustizia?

Le domande dei discepoli sono le stesse che tante volte risuonano anche in noi. Il Vangelo non coincide affatto con i nostri desideri, la logica di Dio è sempre altra rispetto alla nostra. “I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie” (Is 55,8): le parole dell’antico profeta dovrebbero essere custodire come un perenne ammonimento. Quando constatiamo un’eccessiva conformità a quello che il mondo propone, dovremmo essere preoccupati. Non dobbiamo desiderare o alimentare conflitti ma non dobbiamo aver paura di registrare la distanza e talvolta la radicale incompatibilità tra la parola di Gesù e l’etica della società civile. Oggi chiediamo la grazia di acquisire una maggiore coscienza critica nei confronti della cultura mondana.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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