BRICIOLE DI VANGELO

19 Ottobre 2021

Non possiamo stare fermi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12,35-38)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».

Il commento

Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese” (12,35). In questa catechesi s’intrecciamo immagini diverse, mi limito a commentare quelle che troviamo nel versetto introduttivo. Stringere la tunica attorno ai fianchi è necessario quando s’inizia un’attività o ci si mette in viaggio, serve per dare al corpo maggiore libertà di movimento. Con quest’immagine Gesù invita i discepoli ad essere pronti per vivere la grande avventura. Nelle sue parole possiamo intravedere un’eco di quella prima Pasqua che ha segnato l’inizio del grande esodo: “Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta” (Es 12,11). Ogni viaggio comporta pericoli che non possiamo conoscere in anticipo. Il cammino della vita passa attraverso luoghi oscuri, possiamo trovarci all’improvviso avvolti dalle tenebre. È bene perciò avere sempre le “lampade accese”. L’insegnamento evangelico è chiaro: dobbiamo lasciarci costantemente illuminare dalla Parola di Dio, come dice il salmista: “Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino” (Sal 118,105). Non basta avere una lanterna, occorre tenerla sempre accesa per non smarrire la strada e/o individuare tempestivamente gli ostacoli. La parola biblica ha due conseguenze complementari: chi vuole fare della vita un cammino ha bisogno della luce; e chi ha ricevuto la luce deve mettersi in cammino.

Vorrei dare a questa catechesi una più chiara impronta eucaristica. Celebrare Messa significa rivivere il mistero della Pasqua, cioè l’esperienza dell’esodo. L’Eucaristia non è una pausa tra un’attività e l’altra ma una sosta che risana, ristora e dona energie nuove per cominciare o riprendere il cammino. Grazie a questo Pane che viene dal Cielo possiamo fare della vita un instancabile pellegrinaggio, fino a quando arriveremo dinanzi a Colui che durante i giorni dell’esistenza abbiamo tante volte invocato, contemplato e accolto negli umili segni sacramentali. È questa la grazia che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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