20 Ottobre 2021

Quell’aborto che non si dimentica più…

Un giorno, un’amica mi ha telefonato dicendomi che aveva bisogno di parlarmi. La invitai a casa e pensavo ai soliti problemi di famiglia o di studio. E invece mi ritrovai di fronte una donna terrorizzata dalla notizia di essere incinta. Un figlio arrivato improvvisamente da una relazione lampo con uno sconosciuto incontrato in una chat e con il quale si era vista una sola volta.

Un’assurdità pensai. Come si può con uno sconosciuto praticamente? Il mio non era un pensiero di giudizio. Ero arrabbiata con lei perché le volevo davvero bene e mi dispiaceva che la sua prima volta fosse stata consumata in questo modo. Poi c’era il bambino. Esisteva e non poteva pagare il conto dell’irresponsabilità di chi lo aveva generato.

Il suo netto rifiuto ad accogliere il figlio mi addolorò tantissimo. Ma a nulla valsero i miei tentativi di dissuaderla dalla decisione di abortire. Provai ogni strada. Fino a proporle la visione del video L’urlo silenzioso con il quale si vede chiaramente in che modo avviene l’aborto. I miei imploranti tentativi si scontravano con la facilità con cui in pochi giorni riuscì ad organizzare il tutto per l’intervento di interruzione. Nessuno spese una parola, né per lei, né per il suo bambino. Né il consultorio, nei i medici, nessuno. Quando mi chiese di accompagnarla però, nonostante le volessi bene, le dissi che non potevo scendere a patti con la mia coscienza. Comprese le mie motivazioni e con lo sguardo basso se ne andò. Non l’ho più rivista, o meglio non ho più rivisto la ragazza solare e divertente con la quale avevo trascorso gran parte della mia giovinezza. Qualcosa in lei si era spento per sempre.

Dietro al dramma delle migliaia di aborti che si consumano negli ospedali e negli ambulatori, si nascondono altrettante donne che da quell’istante dovranno convivere con un dolore muto, assordante foriero di depressioni e incapacità relazionali. Si chiama sindrome del post aborto e colpisce sia le donne che hanno scelto deliberatamente di abortire sia quelle che subiscono un aborto spontaneo. Perché nonostante quello tante femministe dichiarano. Andate a domandare ad una donna che ha abortito se ha mai dimenticato quel giorno!

A queste donne però qualcuno ha pensato. Monika Rodman Montanaro, che ha lavorato 12 anni a tempo pieno nella pastorale familiare diocesana della Chiesa Cattolica degli Stati Uniti. Nella Diocesi di Oakland, California è stata sia direttrice del programma diocesano per promuovere il rispetto della vita sia coordinatrice del programma di cura pastorale dopo l’aborto. Monika, insieme al marito Domenico, la psicologa Valeria D’Antonio, varie ex-partecipanti al ritiro, e vari sacerdoti sono i responsabili della Vigna di Rachele, un percorso concreto, spirituale e psicologico, per aprire più ampiamente le porte della Misericordia alle persone che portano la ferita dell’aborto. Un’occasione preziosa per le donne.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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