BRICIOLE DI VANGELO

21 Ottobre 2021

C’interessa davvero?

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12,49-53)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

Il commento

Sono venuto a gettare fuoco sulla terra” (12,49). Il fuoco affascina e impaurisce, da una parte illumina e riscalda e dall’altra brucia e consuma. La Scrittura vede nel fuoco un’immagine appropriata di Dio, una speciale modalità della manifestazione divina. La chiamata di Mosè è introdotta da queste parole : “L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco” (Es 3,2). Nella prima alleanza la grande teofania del monte Sinai è presentata così: “Il monte Sinai era tutto fumante, perché su di esso era sceso il Signore nel fuoco” (Es 19,18). Gesù parla di un fuoco che non è ancora acceso, un fuoco che ancora non divampa. Evidentemente fa riferimento allo Spirito Santo, alla Pentecoste, a quella nuova e potente manifestazione di Dio che potrà avvenire solo dopo la sua morte e segnerà un passaggio decisivo nella storia dell’umanità. Gesù non si limita ad attendere. La sua missione è proprio quella di preparare la piena manifestazione di Dio: “…e quanto vorrei che fosse già acceso!” (12,49). Lo fa attraverso la sua vita e la sua morte, è questo il senso misterioso delle parole: “Ho un battesimo nel quale sarò battezzato” (12,50). Il battesimo di cui parla è quello della morte. Egli dichiara dunque la disponibilità a donare la vita perché si realizzi il piano di Dio.

Gesù è disposto a dare la vita, non teme di immergersi nei flutti minacciosi della sofferenza, fino alla morte. È pronto a dare tutto perché sa che non c’è altra via per rivestire di gioia la vita dell’uomo. Le sue parole diventano perciò una provocazione per la nostra tiepidezza, offrono un criterio essenziale per verificare la nostra personale esperienza di fede. C’interessa davvero accendere il fuoco di Dio? E cosa siamo disposti a fare perché l’eterna Parola possa risuonare in tutta la sua forza e scuotere l’indifferenza di tanta parte dell’umanità. Se mancano gli apostoli il progetto più interessante diventa solo fumo, parola vuota. Oggi chiediamo la grazia di lasciarci contagiare da Gesù.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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