BRICIOLE DI VANGELO

22 Ottobre 2021

L’unica domanda

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 21,15-17)
Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: “Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci i miei agnelli”. Gli disse di nuovo, per la seconda volta: “Simone, figlio di Giovanni, mi ami?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pascola le mie pecore”. Gli disse per la terza volta: “Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?”. Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: “Mi vuoi bene?”, e gli disse: “Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene”. Gli rispose Gesù: “Pasci le mie pecore.

Il commento

Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?” (21,15). È l’alba di un nuovo giorno. La domanda che il Risorto consegna al discepolo lo costringe a guardarsi dentro, a scrutare nelle pieghe del cuore. Quando aveva scelto di andare con Lui lo aveva fatto con grande entusiasmo e piena convinzione e aveva vissuto tante esperienze, una più bella dell’altra. Tra l’altro, aveva ricevuto tanti attestati di stima da parte del Maestro ma… nella notte della passione aveva negato più volte di conoscerlo. Il ricordo di quell’evento ancora lo perseguita, sa bene di aver tradito la fiducia. Per questo la domanda lo sorprende, non è un atto di accusa ma una richiesta. Il Signore non gli chiede di confessare il suo peccato ma di manifestare l’amore, non lo ricaccia nel passato ma gli spalanca le porte del futuro. È l’alba di giorno nuovo.

Mi ami tu?”: a pensarci bene, è questa l’unica domanda seria della vita, l’oggettivo punto di partenza e la regola che deve ispirare ogni nostra verifica. Facciamo risuonare più spesso questa domanda, in modo particolare nei tempi di adorazione eucaristica. Ricordiamo la testimonianza di Paolo: “Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo” (Fil 3,8). Meditiamo questa pagina evangelica nella luce della testimonianza di san Giovanni Paolo II che oggi celebriamo nella liturgia. Un Pastore che, nei diversi ambiti e responsabilità che ha esercitato in obbedienza alla fede, ha saputo prendersi cura del gregge che Dio gli aveva affidato. Lo ha fatto unicamente per amore del Signore, come ha confessato lui stesso in un libro autobiografico pubblicato l’anno prima della morte: “Sono stato ordinato sacerdote quando avevo 26 anni. Da allora ne sono trascorsi 56… Guardando indietro e ricordando quegli anni della mia vita, vi posso assicurare che vale la pena dedicarsi alla causa di Cristo e, per amore a Lui, consacrarsi al servizio dell’uomo” (Alzatevi, andiamo!, 99). Alla sua intercessione affidiamo i sacerdoti perché sappiano fare dell’amore di Dio e per Dio la regola del loro ministero.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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