“Mi hanno strappato mia figlia per la seconda volta”

statua angelo

“Sono andata al cimitero per portare un fiore alla mia piccola che non ha mai visto la luce e non ho più trovato la sua tomba”. Inizia così il racconto di una mamma che ha visto sradicare dalla terra il suo sogno spezzato per fare spazio ad altre tombe. Come è possibile esumare un corpicino senza consenso dei genitori, solo perché perso durante la gravidanza? Quelli che muoiono prima di nascere sono per caso meno figli?

Qualche giorno fa mi è stato girato un messaggio che era arrivato sulla pagina Facebook del Movimento per la Vita italiano. A scriverlo è una donna che si firma aggiungendo la qualifica “una mamma” dopo il nome. Già c’è tutto in questa firma… La storia, che riporto integralmente in questo articolo, riguarda la sua bambina, nata alla vita eterna prima di nascere a questo mondo. Aveva 4 mesi e la sua vita in terra è stata tutta vissuta nella pancia della mamma. La bimba è sepolta o, forse sarebbe meglio dire, era sepolta al cimitero Vantiniano di Brescia. La mamma, infatti, è andata a trovarla qualche giorno fa e non l’ha più trovata. Insieme a lei sembrano essere spariti tutti i bambini non nati dal cimitero. In pochi mesi sono stati esumati. L’avviso? A quanto pare era su un tronco, da cercare, non si sa bene da quando.

Ci sentiamo con questa mamma. La voglio ascoltare. Cerco di capire quello che è successo, perché non è giusto. Subito penso alla polemica di qualche tempo fa che si era accesa a Roma e a Brescia sulla sepoltura dei bambini non nati. Pare infatti che alcuni fossero stati sepolti senza l’autorizzazione dei genitori e sulle tombe erano stati messi i nomi, sempre senza l’autorizzazione. Mi chiedo se questa esumazione, che mi pare essere stata fatta un po’ all’improvviso, un po’ di nascosto, un po’ di fretta, sia stata una risposta di comodo a quella polemica. Mi stupisce e mi indigna l’insensibilità e anche la crudeltà di chi ha deciso di fare “piazza pulita” delle tombe di questi piccoli, senza pensare ai genitori. Senza chiedere, senza proporre un’alternativa, come di solito si fa. Un bambino che sia vissuto 4 mesi nella pancia della mamma, 4 o 40 anni fuori è sempre un figlio. La sua età, la sua grandezza non sono un discrimine, per la madre, per il padre, e non dovrebbero esserlo neppure per la società. L’aborto (spontaneo o procurato) è la morte di un figlio. Un figlio lo piangi. Un figlio è figlio per sempre. In questo modo barbaro qualcuno ha voluto negare quei bambini scartandoli davvero, dando un grande dolore a questa mamma e a tutte le mamme che come lei, hanno perso un bimbo ancora nel grembo. Ma questi piccoli ci sono, esistono, vivono ora nella vita eterna. Prima di riportarvi le sue parole vorrei ringraziare M. perché con il suo dolore, ha detto a tutti che la sua bambina, come tutti i bambini, è una figlia, è uno di noi.

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Spett.le Movimento Per la Vita,

Mi rivolgo a voi perché so che fra le vostre preziose iniziative c’è anche quella dei Giardini degli Angeli, dedicati ai bimbi mai nati. Vorrei rendervi partecipe di ciò che mi è successo qualche giorno fa, un episodio davvero sconvolgente. Io abito a Brescia e all’inizio di questa settimana mi sono recata al Cimitero Vantiniano dove riposa la mia prima bambina, persa al quarto mese di gravidanza.

L’ultima volta ero andata a farle visita prima dell’estate. Ammetto che non ci vado spesso perché per me è come riaprire una ferita mai cicatrizzata, un duro scontro con una realtà mai accettata fino in fondo. Quando vado a trovarla le porto un orsacchiotto o dei fiori e li metto sulla piccola tomba che io e mio marito avevamo deciso di far realizzare in marmo, scartando fin da subito la scelta della tomba provvisoria.

Volevamo avere un qualcosa che ci ricordasse per sempre il suo passaggio nelle nostre vite. Avevamo anche scelto di mettere sopra la scritta del suo nome, un angelo con un libro aperto fra le mani, un po’ come se le stesse leggendo una dolce fiaba mentre lei riposava sotto il suo sguardo.

Ho attraversato il solito vialetto ma non riuscivo a scorgere in lontananza la distesa di piccole tombe, piene di giocattoli e girandole colorate che di solito a quel punto si intravedevano, come un inaspettato mare di colori in una distesa di marmi grigi. Improvvisamente il mio cuore perde dei battiti perché davanti a me, dove c’erano tutte le tombe dei bimbi mai nati, c’era solo un’enorme distesa di terra.

Respiro, mi sembra un brutto sogno, accelero il passo, cerco il mio angioletto che legge, continuando a ripetermi: “Se trovo lui trovo anche la mia bambina”. Forse l’hanno spostata, cerco di ragionare ma una strana forma di panico mi assale. Cerco qualcuno a cui chiedere ma il cimitero è stato appena aperto e non c’è nessuno. Chiamo mio marito: “Come non c’è più? ma in che senso?” mi chiede incredulo. E io gli ripeto: “La nostra bambina non c’è più”, e ormai sono in lacrime. Cerco allora di vedere se c’è un cartello, mi guardo intorno e dopo tanto girare noto che su un tronco è appeso un avviso datato maggio 2021 in cui si avvisa che nel corso dell’anno si sarebbero svolte operazioni di esumazione (senza una data specifica). 

Io ricordo che ero stata lì prima dell’estate e quel cartello proprio non l’avevo visto. Non so se allora fosse già esposto in quel punto ma in ogni caso sarei dovuta andare ben oltre la mia solita fermata per poterlo notare. Vorrei parlare con qualcuno e confrontarmi, scorgo un operatore, gli chiedo informazioni, gli dico che non ero al corrente di tutto questo e che avrebbero potuto contattare i genitori in un altro modo, ma lui mi risponde che il cartello era appeso e con questo si toglie il pensiero di ogni altra possibile replica.

Rimango sola, penso a me, al fatto che durante l’estate sono stata fuori città, penso a tante mamme che per vari motivi non vengono spesso al cimitero, penso a chi non abita più qui, e mi domando com’è possibile fare un’azione simile senza il consenso espresso dei famigliari, in così pochi mesi. Penso ai mille modi in cui si può comunicare al giorno d’oggi, via posta, e-mail, telefono e per un’informazione così delicata si sceglie un foglio A4 da appendere al tronco di un albero, confidando che gli interessati passino di lì per leggerla o che semplicemente facciano visita al cimitero in quel preciso periodo. In caso contrario, silenzio assenso, si fa spazio, togliendo tutto, tombe provvisorie e non, in pochi mesi. Ripenso alla tomba in marmo che avevamo scelto, al perché l’avevamo scelta e mi chiedo con che diritto l’hanno manomessa senza esplicito consenso.

All’uscita ho incontrato una mamma che mi ha raccontato che le è successa la stessa cosa. Dopo aver perso il suo bambino si è trasferita in un’altra città. Ha saputo per puro caso delle operazioni di esumazione in programma, perché una sua conoscente è passata di lì per far visita a dei parenti e l’ha avvisata, altrimenti non l’avrebbe mai saputo. Si è quindi precipitata sul posto ma ormai era tardi, era sparito tutto. Ci siamo lasciate velocemente con le lacrime agli occhi poiché era troppo il mio dolore e il suo, messi insieme. Io non auguro a nessuno di provare ciò che ho provato oggi: rabbia, impotenza, tristezza. Non esiste che una comunicazione tanto delicata venga fatta a questo modo, è disumano.

Ora sto aspettando che mi dicano dove è finita la mia bambina e il suo angioletto lettore che all’insaputa mia e di mio marito sono stati portati via da dove li avevamo messi a riposare per sempre, o almeno così pensavamo. Difficile spiegare il dolore che provo, per me è come se la mia piccola fosse morta una seconda volta. Sono amareggiata, perché noi mamme che abbiamo vissuto un’esperienza così tragica non meritiamo anche questa assenza di sensibilità. Ogni tombina racchiude non solo dei resti ma una parte di noi che abbiamo dovuto lasciare. Capisco le eventuali esigenze di spazio del cimitero, capisco che esistano regole e leggi, ma estirpare dalla terra quel che resta di un sogno spezzato, comunicandolo tramite un foglio provvisorio appeso ad un tronco e con così poco preavviso, non lo accetto.

Vi ringrazio fin d’ora per darmi un Vs. Parere riguardo a ciò che è successo e vi chiedo se siete al corrente di questo tipo di operazioni in corso, delle modalità con cui vengono portate avanti e delle motivazioni. Da parte mia non rimane che un senso di ingiustizia e smarrimento. Grazie per l’attenzione e cordiali saluti, 

M., una mamma




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