BRICIOLE DI VANGELO

29 Ottobre 2021

Uscire dall’ombra

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 14,1-6)
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano ad osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisia.
Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: “E’ lecito o no guarire di sabato?” Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò.
Poi disse loro: “Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?”. E non potevano rispondere nulla a queste parole.

Il commento

Un sabato si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare” (14,1). Gesù accetta l’invito a pranzo, non lo fa per una semplice forma di cortesia, ai suoi occhi ogni incontro gli offre l’opportunità di annunciare la Parola e può diventare un momento salvifico. Accoglie l’invito pur sapendo che manca questa interiore disponibilità. E difatti, invece di incontrare l’abbraccio cordiale dell’amicizia sente gli sguardi freddi e sospettosi dei suoi interlocutori. L’evangelista riassume tutto questo con un semplice verbo: “Stavano ad osservarlo” (14,1). Lo guardano con scrupolosa attenzione per vedere e giudicare se i gesti che compie si conformano ai precetti della Legge. Non solo sono convinti di essere a posto con Dio ma ritengono di avere l’autorità per misurare la fedeltà altrui. Non lo guardano per imparare qualcosa ma per avere qualcosa da rimproverare. Per questo non ascoltano quello che dice né si lasciano interpellare dalla domanda che egli rivolge poco dopo. Gesù, infatti, si trova dinanzi ad “un uomo malato di idropisìa” (14,2). Quest’uomo si pone proprio difronte a Lui, si fa vedere. Il Nazareno sa benissimo quello che cerca e sa pure che ne ha effettivamente bisogno. Ma la guarigione non fa parte delle attività che l’uomo può compiere in giorno di sabato. Gesù lo sa bene. Per questo, prima di agire interpella i farisei: “È lecito o no guarire di sabato?” (14,3). Li invita a prendere posizione. La domanda rappresenta certamente una sfida scomoda ma offre anche un’opportunità, chiede loro di misurare la Legge con la carità. L’evangelista annota laconicamente: “Ma essi tacquero” (14,4). È un silenzio imbarazzato. Non hanno il coraggio di dire pubblicamente che lo Shabbat vieta ogni forma di guarigione. Gesù li invita a stare nella luce della verità ed essi preferiscono restare nell’ombra dell’ipocrisia. 

Questo racconto impone un onesto esame di coscienza. Tante volte, mediante parole ed eventi, il buon Dio ci interpella. Se non sempre abbiamo risposto, usando le nostre paure come paraventi, oggi chiediamo la grazia di essere più disponibili.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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