22 Novembre 2021

Prof scoraggiata e derisa…

Mi ritrovo a conversare con una mia cara amica. È docente di Lettere in un Liceo scientifico di un paese del casertano. È scoraggiata. Ha sempre voluto fare l’insegnante e ha lottato per questo, studiato e trascorso notti insonni per sostenere l’abilitazione e i concorsi pubblici. Da due anni ha ricevuto l’incarico come docente. Un sogno che finalmente si è avverato eppure lo scontro con la realtà è stato molto duro. Gli alunni sono “distanti”, usa questo aggettivo che mi colpisce molto, la deridono per i suoi discorsi sull’importanza della poesia e i colleghi la invitano a fare il suo dovere senza troppo pathos.

Non mi sorprende questo stato di cose. I suoi racconti mettono in luce una distanza sempre maggiore tra il docente e gli alunni. È la cartina di tornasole di un sistema in cui in Italia la scuola è stata burocratizzata fino all’inverosimile, gestita come delle aziende produttive dove c’è la corsa a sfornare più cento alla fine dell’anno. Quello che si è perso certamente è la capacità di educare alla relazione, di guardarsi negli occhi, di riconoscere nel docente quella autorevolezza capace di orientare la propria vita verso il bene.

Nello stesso tempo è fin troppo semplice puntare il dito contro gli alunni, la loro mancanza di educazione e il bullismo che sembra regnare sovrano. Non possiamo scaricare il problema così facilmente. Quanti insegnanti hanno rinunciato ad educare e si limitano a trasmettere qualche nozione senza passione e senza entusiasmo? Per non parlare poi dei genitori, spesso assenti o iperprotettivi fino ad arrivare a minacciare il prof di turno troppo severo con il proprio figlio. Perché il principio che regna sovrano è: ognuno è libero di fare quello che vuole. Si insegue la libertà come lo spazio dell’affermazione. Quale illusione peggiore potevano creare le nuove e pressanti ideologie!

L’arte di educare è invece l’arte di stare nelle regole, di riconoscere l’autorità del maestro, rispettarlo e avere l’umiltà e la pazienza di capire insieme a lui la strada da percorrere per diventare interiormente più forti. Allo stesso modo il compito dell’insegnante è quello di dare ai ragazzi gli strumenti per avere ali abbastanza forti da affrontare le sfide che il mondo ti presenta.

Mi rendo conto che la questione non è semplice da dipanare. Il sistema è complesso. Gli insegnanti precari spesso sono utilizzati per coprire le cattedre di sostegno senza una adeguata formazione. Conosco mie amiche, vincitrici di concorso, che fanno su e giù da regioni lontane e spendono quasi tutto lo stipendio per tornare in famiglia nei week end.  Insomma, il sistema scolastico in Italia produce docenti frustati e alunni spenti.

Certamente non è sempre così ma dobbiamo rimettere tutti in condizione di educare e ridare ai nostri figli il diritto di crescere. Vedo i miei nipotini alle scuole elementari fare gli esercizi in cui devono sbarrare la risposta giusta su fotocopie attaccate sui quadernoni più grandi di loro. E vedo i miei giovani al liceo fare altrettanto. Ormai siamo all’era delle prove invalsi, delle crocette. Non si scrive più, non si riflette più. Non si fa la fatica di trascrivere su un foglio bianco i propri pensieri. Addirittura si pensa di togliere il tema di italiano dagli esami di maturità. C’è qualcosa che ci sfugge…


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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