30 Novembre 2021

Quel Natale che fa così paura all’Europa

E adesso chi lo dice a mio nipote Andrea di sei anni che sta aspettando da mesi che non si può più dire Natale ma solo periodo di vacanze? Perché per lui le vacanze sono il mare in estate, il Natale è… l’albero, il presepe, i regali, Gesù Bambino, Tu scendi dalle stelle, che per la gioia dei nostri orecchi ha già cominciato a cantare non appena il cappotto ha fatto capolino nell’armadio. Come sono belli i bambini! Non sono mica impacchettati e noiosi come noi adulti.

Per esempio, non credete che il Commissario per l’uguaglianza Helena Dalli, presentando il documento interno della Commissione Europea intitolato #UnionOfEquality, sia stata davvero una persona noiosa? Cosa c’è di originale in questo tentativo di appiattire tutto? Queste le sue parole: «Dobbiamo sempre offrire una comunicazione inclusiva, garantendo così che tutti siano apprezzati e riconosciuti in tutto il nostro materiale indipendentemente dal sesso, razza o origine etnica, religione o credo, disabilità, età o orientamento sessuale». Dunque: vietato utilizzare nomi di genere come «operai o poliziotti» o usare il pronome maschile come pronome predefinito, vietato organizzare discussioni con un solo genere rappresentato (solo uomini o solo donne) e ancora, vietato utilizzare «Miss o Mrs» a meno che non sia il destinatario della comunicazione a esplicitarlo. E ancora: non si può iniziare una conferenza rivolgendosi al pubblico con la consueta espressione «Signori e signore» ma occorre utilizzare la formula neutra «cari colleghi».

Poi, poiché per perseguire la regina Inclusione non si finisce mai di scadere nel grottesco è bandita la parola Natale ed è raccomandato usare nomi generici anziché di «nomi cristiani». La Commissione europea ci tiene a sottolineare di «evitare di considerare che chiunque sia cristiano» perciò «non tutti celebrano le vacanze natalizie (…) bisogna essere sensibili al fatto che le persone abbiano differenti tradizioni religiose». E dunque bisogna omettere di chiamare Natale il Natale recidendo le radici cristiane dell’Europa con un colpo di cesoia del politicamente corretto? E finiremo per consigliare di evitare di chiamare i nostri figli Maria o Giuseppe, perché troppo “cristiani”? Ma poi questo cristianesimo che da secoli ha costituito e costituisce il grembo, il fondamento, della nostra cultura e società europea perché fa così paura? Non saprei spiegarmi altrimenti questo accanimento se non come un tentativo dell’uomo moderno di condannarsi all’infelicità nell’illusione di perseguire un fragile e quantomeno fasullo tentativo di uguaglianza. Ma poi questa sensibilità fin dove si spingerà?


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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