14 Dicembre 2021

La donna di Aupetit e… le donne nella Chiesa

Non mi addentro nella dolorosa vicenda di Mons Aupetit, vescovo di Parigi. La situazione non è chiara e non spetta a me dare alcun giudizio di merito sui fatti non ancora noti. Ma il comportamento dei colleghi giornalisti francesi circa la caccia alla donna coinvolta nei fatti, il suo nome posto nella prima pagina dei giornali, la sua intervista a La Croix in risposta alle accuse mosse contro di lei, mi ha fatto molto riflettere sull’effettivo ruolo della donna nella Chiesa. E concentro la mia riflessione ad intra chiaramente perché ciò che pensano i non cattolici o meglio i non praticanti per me è davvero marginale.

Laetitia Calmeyn, 46 anni, è una vergine consacrata ed è una bella donna. Sì, una bella donna. Le consacrate in virtù del loro stato di vita non entrano nella dimensione della bruttezza del corpo, semmai diventano ancora più belle perché il loro volto e il loro sorriso sono illuminati dall’amore sponsale ed esclusivo per il “più bello tra i figli dell’uomo”. E poi è una donna intelligente. Basta ascoltare alcune sue apparizioni televisive che in queste ore girano sui mezzi di comunicazione per comprendere l’acume intellettuale di questa donna. Ora, non devo dire io che cosa porta nel cuore. Ci sono già procedimenti avviati in tal senso. Mi sembra però dalle reazioni dei benpensanti che ci sia un problema proprio sul ruolo della donna in queste alte cariche ecclesiali. Laetitia Calmeyn è infatti insegnante alla facoltà Notre-Dame del Collège des Bernardins e gestisce la direzione dell’ISSR [Istituto Superiore di Scienze Religiose]. È nel Consiglio del Seminario di Parigi. Ed è membro consultore della Congregazione per la dottrina della fede.

Immagino che in questi ministeri che lei vive, porti la sua bellezza esteriore ed interiore, il suo sguardo femminile sul mondo, la maternità che accompagna ogni donna. Tutti aspetti fondamentali e importanti sia per gli studenti che per i seminaristi nella loro formazione. E tutto questo è meraviglioso ed essenziale. Che degli uomini nel loro processo formativo per diventare futuri presbiteri abbiano la possibilità di essere accompagnati da donne, affettivamente stabili, preparate, belle, adulte nella fede, questo non può che essere per loro una grande ricchezza. Hanno bisogno di ricevere uno sguardo femminile sulla realtà per prepararsi a vivere meglio il loro ministero.

Tutto questo non ha nulla a che vedere con il sacerdozio femminile o altre cose del genere ma con quella capacità ancora tutta da riscoprire nella Chiesa del ruolo della donna anche e soprattutto nel governo e nei luoghi formativi dei futuri membri del clero. Giovanni Paolo II parlava di “sorelle” nella vita dei sacerdoti nella Lettera del Giovedì santo del 1995. Credo che non si riferisse a dare alle donne qualche ruolo in parrocchia o affidare qualche responsabilità in diocesi. La posta in gioco è molto più alta. Si tratta di costruire amicizie che conducono alla santità, amicizie che ci rafforzano nella vocazione reciproca, amicizie che aiutano a vivere il ministero. La Chiesa ha bisogno di recuperare lo sguardo della donna sul mondo e sulla realtà. Lì dove non c’è desiderio di prevaricazione ma di cura, di attenzione, di tenerezza e di dolcezza. E mi sembra che la strada sia ancora molto ma molto lunga.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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