Una testimonianza commovente ci arriva dal Québec dove, presso il Santuario di Notre-Dame-du-Cap, più di cento fedeli, senza contare quelli che erano in auto, hanno sfidato il vento gelido e la neve per partecipare a Messa domenica 9 gennaio. A causa dell’aumento dei contagi da coronavirus, il governo del Paese aveva annunciato una serie di misure restrittive entrate in vigore il 31 dicembre a tempo indeterminato. Tra queste la chiusura dei luoghi di culto, fatta eccezione per i funerali con al massimo 25 persone. Ma – almeno uno spiraglio – se si svolgono nel rispetto delle misure sanitarie, le Messe possono essere celebrate all’aperto.
Così padre Frédéric e padre Gilles Roberge, responsabili del Santuario, hanno preparato l’altare fuori sul sagrato della chiesa e hanno celebrato l’Eucaristia insieme a tutti i fedeli radunati. Nelle foto che il Santuario ha pubblicato sulla sua pagina Facebook si vede chiaramente la neve alta, persone in piedi ma anche bambini e anziani. Per curiosità sono andata a vedere quanto segnava il termometro meteorologico della città domenica scorsa: -9 gradi!
Le indicazioni riportate sul sito del Santuario sono cariche di speranza e di fede: c’è l’invito a partecipare all’aperto con sedie portabili e coperte e poi un numero telefonico dove le persone dalle 9 del mattino alle 16 del pomeriggio possono chiamare per parlare con un sacerdote… insomma un meraviglioso esempio di attenzione e creatività pastorale che fa impallidire la nostra tiepida e approssimativa fede.
Quanto è importante invece proprio nel vivo dell’emergenza garantire la partecipazione eucaristica senza rimandare a tempi migliori, essere fedeli e desiderosi di ricevere e di donare il Pane della Vita che non muore, il Pane della Parola che sazia e rasserena il nostro cuore.
Le parrocchie, i santuari, i luoghi di preghiera devono risplendere come fiaccole in questo tempo. Nel rispetto delle misure di contenimento, valide in tutti i luoghi pubblici, abbiamo bisogno di alimentare ancora di più la nostra fede con parole che profumano di speranza e ci invitano alla comunione, con Dio e i fratelli. Senza la necessità di produrre bollettini o omelie simili a comunicazioni governative. Per quelle ci sono i social, i telegiornali e i giornali. In chiesa dobbiamo incontrare il nostro Gesù, il nostro unico ed eterno Maestro.
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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