“Giovanna è giunto il tempo di partorire. Sono spaventata. Cosa accadrà?”. Le parole della mia amica Giulia mi catapultano indietro di quasi vent’anni. Ripesco dal cassetto dei ricordi quel tempo di attesa. Dopo quaranta giorni dal nostro matrimonio, subito era arrivata la notizia di nuova vita. La fecondazione doveva essere avvenuta nei giorni in cui eravamo, durante il viaggio di nozze, pellegrini a Lourdes per affidare il nostro matrimonio alla Vergine Maria.
I primi mesi di gravidanza, compravo tutte le riviste specializzate per l’accudimento dei neonati. Mi sentivo impreparata e giovane e volevo affrontare al meglio il compito di mamma. A sera imparavo la lezioncina da ripetere a mio marito sulla necessità di dividersi i compiti per organizzarsi al meglio e per far fronte a qualsiasi difficoltà. Poi un giorno, ho cominciato ad avere minacce di aborto e sono dovuta rimanere per un tempo a letto. Tempo trascorso a pregare, e a leggere la vita di una santa a me già cara: Gianna Beretta Molla. La fede granitica, la fiducia in Dio Padre mi hanno fatto maturare la consapevolezza che quel dono non doveva essere sciupato e deturpato dalle preoccupazioni ma era necessario avvolgere il tempo dell’attesa con la luce della fede.
La nascita di Luca ha significato un nuovo inizio per la nostra famiglia. Lo attendevamo con gioia e in una piovosa mattina di marzo senza dare tempo a nessuno di arrivare in ospedale, è venuto al mondo. Un parto d’urgenza, la trepidazione che si intrecciava con quelle parole: “Non possiamo più attendere c’è sofferenza fetale” e il grido alla vita mentre le campane di una chiesa vicina suonavano con forza i rintocchi dell’Angelus. Maria Madre della Vita, prega per noi. Il primo gesto quando mi è stato dato tra le braccia è stato segnalarlo con il segno della croce. Un gesto che è diventato familiare e che si ripete da 22 anni. Appena è diventato più grande ho aggiunto anche una piccola benedizione che rigorosamente chiede nei momenti importanti della sua vita. “Di generazione in generazione come segno di benedizione…”.
S. Teresa di Gesù Bambino affidata alla cura della zia dopo la morte della mamma ricorda in un suo scritto che la sera la zia le diceva di fare le preghiere ma la sua mamma invece pregava insieme alle sue figlie. Dio è il nostro miglior alleato e maestro. Si intende di educazione, ha educato un popolo! Per questo Giulia, non temere. Il tuo cuore e la tua fede suggeriranno i gesti da compiere. Il linguaggio dell’amore è scritto nel nostro cuore di genitori direttamente da Dio. È a Lui che dobbiamo guardare ed è a Lui che dobbiamo affidarci.
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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