20 Gennaio 2022

La colpa di aver fatto il medico?

Mi auguro che quanto prima recuperiamo un po’ di lumi rispetto alla situazione pandemica. Troppe divisioni, muri contro muri, schieramenti inutili stanno contribuendo a creare e ad esasperare quel clima di terrore e di diffidenza già così insopportabile a causa delle restrizioni. Terminata la gestione della crisi dovremmo, volenti o nolenti, fare i conti con le responsabilità e questo sicuramente richiederà molta onestà da parte di tutti. Un processo doveroso e inevitabile per attuare una vera e propria opera di ricostruzione del tessuto sociale.

Mi rendo conto che cercare qualcuno cui addossare la colpa in qualche modo dà significato a ciò che non ci spieghiamo o non vogliamo ammettere. In fondo siamo dei buoni avvocati con i nostri errori e degli ottimi giudici con quelli degli altri. Ma qualche volta non fa male invertire il ruolo. Ed è per questo che voglio riportare i fatti senza aggiungere la mia opinione.

Nel mese di marzo del 2021, quando ancora i vaccini non erano arrivati a tutti, un carissimo amico sacerdote si è ammalato di Covid 19 insieme a tutta la sua comunità residente. Dopo i primi giorni ha cominciato a peggiorare. Era necessario che un medico lo visitasse. Conoscendo la disponibilità del dott. Gerardo Torre, medico di Pagani (SA) a visitare a domicilio i malati di Covid, io e mio marito gli abbiamo chiesto la sua disponibilità. È venuto senza esitare. Ha visitato il sacerdote, riscontrando una bronchite e un lieve inizio di polmonite e ha dato una terapia farmacologica idonea. Dopo una settimana, l’infaticabile sacerdote era già al lavoro. Dopo qualche giorno, anche una nostra amica si ammala di Covid. Richiamiamo il dott. Torre e anche questa volta io e mio marito lo accompagniamo presso la casa di questa amica. Altra cura farmacologica, diversa dalla precedente.

Trascorrono due settimane, una nostra parente di 50 anni, in passato operata di tumore al seno, si ammala con tutta la sua famiglia di Covid. Dopo qualche giorno di febbre alta e tosse persistente le propongo di essere visitata. Chiamo di nuovo il dott. Torre, che viene e le prescrive un’altra cura. Tra una visita e l’altra tempesto il dottore di domande come mio solito e lui che è molto loquace risponde volentieri. Tra tutte: “Non esiste una terapia valida per curare il coronavirus che può essere applicata a tutti?”. E lui mi risponde: “No, Giovanna, perché i virus non si curano ma le conseguenze che apportano al nostro organismo, sì. Per ogni patologia: tracheite, bronchite, polmonite è necessaria una cura idonea. Ecco perché ho bisogno di visitare i miei pazienti”. Tutto chiaro.

Sia inteso, il dott. Torre non è il solo medico del territorio che si è impegnato. Ne conosco molti altri disponibilissimi, tra questi un’amica pediatra, la dott.ssa Giovanna Vaccaro sempre disponibile al telefono e con i suoi piccoli pazienti, una persona fantastica che si è offerta anche di aiutare le famiglie isolate in questi giorni a causa del virus e potrei elencare la dedizione di tanti altri che hanno vissuto il loro lavoro e si sono anche ammalati di Covid proprio perché hanno combattuto sul campo. La medicina territoriale ha un ruolo importantissimo, essenziale.

Ma permettetemi di chiedere: perché il dott. Gerardo Torre ora rischia la sospensione dalla sua professione? Perché non si è attenuto al protocollo della vigilante attesa a base di Tachipirina nonostante il Tar ha bocciato le linee guida del ministro Speranza? Perché è diventato uno dei medici più attivi del Comitato per le cure domiciliari (UCDL) dell’avvocato Grimaldi? Perché è andato a curare pazienti che sulla carta appartengono ad altri medici? Perché 3700 visite a casa e non solo per una volta ma tutte le volte necessarie, disturbano la quiete di qualcuno? Non lo so e spero di saperne qualcosa in più dopo il 28 gennaio, data in cui dovrà presentarsi davanti alla commissione dell’Ordine dei Medici. Qui non si tratta di creare eroi o martiri né di sottoporre qualcuno al linciaggio pubblico, piuttosto di avere il buon senso di analizzare, in una situazione che ha coinvolto intere nazioni, le scelte buone da quelle sbagliate. Per ricominciare. 


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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