“Quando guarda pornografia non guarda il corpo di una donna, ma il cadavere del suo cuore!”

Broken heart

È possibile parlare ai giovani di castità senza annoiarli? Sì, l’esperienza dei coniugi Jason e Cristalyna Evert è una pietra preziosa da cui partire per imparare e insegnare che il sesso è più bello quando è liberato dall’egoismo.

Come educare i giovani ad un’affettività sana, felice, veramente appagante? Come mostrare che il sesso è più bello quando è liberato dall’egoismo? Ci eravamo lasciati, qualche giorno fa, col proposito di provare a rispondere a queste domande, dicendo che non possiamo permetterci, come famiglie, come Chiesa, un vuoto educativo su questi argomenti.

C’è chi ha fatto della castità una terra di missione

Vi avevo accennato di una coppia cattolica, Jason e Cristalyna Evert, che vive l’annuncio della castità ai giovani come una vera e propria missione. Tenete a mente questi nomi, perché ci faranno compagnia per un po’. Sul web trovate molti loro video interessanti. Uno di questi, che consigliamo vivamente, è:  La castità – cos’è e come si vive (in Italiano). Testimonianza di Jason & Crystalina Evert.  Ci sono poi in circolazione dei loro libri veramente preziosi, sicuramente utili per noi educatori, ad esempio: Come trovare l’anima gemella… senza perdere la propria anima. 21 segreti che ogni donna dovrebbe conoscere (Edizioni Ares, 2020).

Comunicare la bellezza del sesso senza risultare noiosi o moraleggianti

Questi due coniugi non solo hanno dei contenuti che aiutano i ragazzi a puntare in alto sull’amore, ma hanno anche un modo di comunicare accattivante, diretto, sincero e spiritoso. Sono capaci sia di incuriosire e di tenere alta l’attenzione, sia di far pensare. Non etichettano, non giudicano, ma propongono un messaggio che tocca il cuore di tanti ragazzi. Questi sposi, dopo essersi loro stessi “convertiti alla purezza” (hanno vissuto l’adolescenza secondo i dettami del mondo) da anni tengono dei convegni nelle scuole superiori cattoliche americane per introdurre il discorso della castità ai giovani. Uno dei punti cardine dei loro interventi è che la pornografia e i rapporti sessuali precoci sono frutto di una società che ci spinge a vedere la femmina come oggetto di desiderio, “da cui prendere qualcosa” e non come una persona da rispettare, amare, con un cuore e dei sentimenti.

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Le prestazioni sessuali “rubate alle ragazze” 

Jason, nel video sopra linkato, per parlare di questa mentalità, porta l’esempio di alcuni bambini che rubano delle caramelle nei negozi, poi si ritrovano tutti in un parcheggio, per mostrare agli altri il proprio “bottino”. Si dicono l’un l’altro: “Come ti è andata con lei? Che hai preso tu?”. Così, a poco a poco, perdono l’innocenza e la purezza. Fin dalla tenera età, i ragazzi si abituano a vedere il sesso e le pratiche sessuali come “una conquista personale”, come dei trofei di cui vantarsi con gli amici. Lo stesso Jason ha vissuto immerso in un simile modo di pensare. Ma perché? Dove affonda le radici questa mentalità? “Confondevo la concupiscenza con l’amore per colpa della pornografia”, dice. Eppure, continua: “Per un ragazzo, la pornografia è il modo migliore di uccidere il suo futuro matrimonio. Si abitua all’idea di donne splendide, sempre sessualmente disponibili, con un fisico perfetto, e quando ne hai abbastanza passi subito a un’altra fantasia. Una donna vale quanto mi stimola. Non diamo importanza a questo: abbiamo pornografia su Internet, nelle riviste, e che problema c’è? L’uomo, ridendoci su, vuole convincersi che non è un problema, ma la verità è che si sta evirando. Evirazione è venire privati della capacità di essere uomini. La pornografia ci si rivolta contro: impariamo a sacrificare la donna per i nostri comodi. Perdiamo l’essenza della mascolinità. Al liceo ci ridevamo sopra: mica faccio male a nessuno! Mica ammazzo nessuno…”. L’uomo cerca di autoassolversi, mentre, dice Jason: “Quando guarda pornografia non guarda il corpo di una donna, ma il cadavere del suo cuore!”. 

Stare al gioco per non essere isolate: la tentazione di molte ragazze

Dall’altra parte, la ragazzina si presenta “disponibile” per non rimanere fuori dal gruppo e isolata. Se le altre si “concedono”, posso io restare indietro, facendo la preziosa? Se i maschi vogliono questo, posso pretendere che qualcuno stia con me, se non sono disposta a fare certe cose? I nostri giovani respirano questo: hanno l’ansia di “accumulare conquiste” e di “non restare indietro”, sentono di dover “fare cose” per “essere grandi e apprezzati” e non essere guardati come degli alieni dagli altri. Non è facile restare puri, perché significa ribellarsi a un sistema che ci vuole scafati, disinibiti, affascinanti, sex-simbol, disponibili e poco “pretenziosi”. Un sistema che, dice Jason scherzando, vede la verginità come una malattia. “Si può finire in ospedale per troppa astinenza”, dice, provocando un sorriso nel suo uditorio di liceali. La prossima volta inizieremo a parlare proprio di questo: come mostrare ai ragazzi che la verginità non è una malattia, ma è il segno che danno valore a loro stessi e stanno cercando l’amore?




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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