Giorno della Memoria

Auschwitz: come è possibile che la mente umana abbia generato tanto male?

Auschwitz

di Elisabetta Cafaro

I ragazzi in classe mi guardano con occhi smarriti e increduli quando si parla di campi di concentramento e dello sterminio di molti ebrei. Conoscono già la triste storia che stanno per vedere sintetizzata nella bugia che troneggia sul cancello di Auschwitz. “Il lavoro rende liberi”, ma di fatti la libertà era l’unica assente ingiustificata tra quelle baracche. 

Le immagini del documentario si fermano sulla cella dove morì padre Kolbe e ci sembra di sentire la sua voce che ripete: “Non c’è amore più grande che dare la vita per gli altri”. Le baracche di legno dove i prigionieri vivevano in condizioni disumane scorrono sotto i nostri occhi, ti accorgi allora che l’unica frase che devi stringere forte al cuore è quella messa all’ingresso di un blocco di Auschwitz: «Quelli che non ricordano il passato sono destinati a ripeterlo» (George Santayana). E noi questo passato vogliamo ricordarlo bene perché vogliamo che non si ripeta mai più!

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Che cos’è la Shoah? A raccontare questa terribile storia è un mio allievo di 17 anni che mi chiede e si chiede: “Com’è possibile che la mente umana abbia generato tanto male?”. Scrive Cristian: “Questa pagina della storia ci insegna che l’odio è un piccolo seme che se coltivato con rabbia cresce e fa danni enormi. La parola Shoah deriva dall’ebraico e significa catastrofe distruzione per questo viene usata per ricordare il genocidio a degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale. Il 27 gennaio è la giornata della memoria. Un momento in cui si ricordano tutti gli uomini, le donne, i bambini e gli anziani morti nei campi di concentramento nazista. Loro li chiamavano campi di lavoro, ma questa era la bugia che raccontavano al mondo intero e forse anche sé stessi. Dopo mesi di viaggio queste persone venivano private della loro identità, in cambio gli veniva assegnato un numero e all’appello chi non rispondeva subito in tedesco veniva sparato. Vecchi e bambini senza pietà furono portati nelle camere a gas. Sapevano che avrebbero fatto una semplice doccia, e invece ad attenderli c’era solo dolore e morte. Per i tedeschi quelle persone erano solo oggetti, numeri.

Quando la guerra finì e i tedeschi furono sconfitti l’armata russa e americana aprirono le porte di Auschwitz-Birkenau e furono liberati i superstiti. Furono salvati circa 700 persone su 6 milioni di ebrei uccisi. Tutte le prove furono bruciate però i sopravvissuti dopo tanto tempo di silenzio e paura parlarono e raccontarono tutti gli orrori della Shoah. Alcune persone credono che la Shoah sia solo un montaggio finto e mai accaduto. Per me è una giornata molto importante che ricordo con molto rispetto e dolore”.




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