Perdere la verginità: si può tornare indietro?

Testimonianza

È possibile ritrovare la castità? Oggi vi racconto la storia di Crystalina: “Ho frequentato un mondo di sesso, droga e feste. Mi sentivo male e ogni volta era peggio. Poi un giorno, Dio ha cambiato la mia vita in quindici minuti”.

“L’hanno già fatto tutti”, “Sono rimasto/a solo io”, “Mi vergogno di essere ancora vergine”. Possono essere questi i motivi – e non la convinzione di aver trovato l’amore vero – a spingere un ragazzo o una ragazza a vivere la loro “prima volta”. Si può perdere la verginità anche così: per non restare indietro, per non essere considerati da meno rispetto agli amici, per emanciparsi, per sentirsi grandi.

Oppure ci si può sentire sotto pressione: l’altro spinge per avere rapporti, anche se magari tu ti senti “piccola”, “impreparata”, “impaurita”, “insicura rispetto alla relazione”. Magari ti confronti con altre persone, con le tue amiche, o cerchi informazioni su Internet e ciò che ti viene detto è che vivere l’intimità a quindici o sedici anni è perfettamente normale. Ti viene anche detto che avere rapporti dopo qualche mese di frequentazione è logico e sano. E allora lasci scivolare via i tuoi dubbi e ti butti. E da quel momento in poi, potresti cadere in un pendio scivoloso: finendo per non dare più così valore al sesso. Questo è successo, ad esempio, a Crystalina: una giovane donna sposata di cui avevamo iniziato a parlare la scorsa volta, che oggi offre la sua testimonianza a migliaia di adolescenti, soprattutto nelle scuole americane. 

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Dopo poco tempo di frequentazione con il suo primo ragazzo, a quindici anni, ha perso la verginità. La loro storia è presto finita… e con lui se ne è andata via anche una parte preziosa di lei.  “Ma non posso più tornare, no?”, si diceva. E da lì la sua vita è caduta sempre più in basso. In un video, racconta: «Un giorno stavo al bar, con le mie amiche e giunsi a questa conclusione: “Se un ragazzo mi frequenta per sei mesi senza venire a letto con me allora deve amarmi. Allora andrò a letto con lui”. Ora penso: “Sei mesi è il prezzo che metto sul mio corpo? Se mi concede un po’ più del suo tempo, se mi concede un po’ più di attenzioni: questa è la definizione di amore?”. L’ho pensata così per tutto il tempo che ho frequentato le scuole superiori. Lui è stato il primo con cui sono andata a letto, ma non è stato l’unico. Il peccato mi ha portato sempre più lontana di quanto non volessi andare, più in là di quanto non mi sarei mai aspettata di arrivare. Dopo un po’ che vivevo questa vita entrai nel mondo delle feste, del bere, del club, della droga. (…) Pensavo che fosse divertentissimo. Lo so com’è. Però so anche cosa vuol dire svegliarsi il giorno dopo, quando la festa è finita, i tuoi amici non ci sono e sei da sola. Mi ricordo che mi svegliavo pensando: “Non posso credere a quello che ho fatto questa notte. Spero di non vedere la sua faccia a scuola, lunedì”. (…) Mi ricordo che un giorno mi svegliai così disgustata e stravolta, con la sensazione di non valere niente. (…)  Non ero felice. Lo sapevo ma pensavo: “Ormai è troppo tardi, sono roba marcia, non c’è niente che possa fare”. Dopo un po’ di tempo, mia madre iniziò a capire quello che mi stava accadendo, e mi disse: “C’è una conferenza sulla castità in Chiesa questo weekend e tu ci sarai”. Io risposi: “Cosa? Non andrò mai a una conferenza sulla castità per ascoltare un tizio che parla di sesso… Grazie, ma non andrò!”. Lei disse: “Tu ci andrai, che ti piaccia o no!”. Io risposi: “Ok, ma siederò in fondo per quindici minuti, poi me ne andrò, ho una festa a cui devo andare, ho gli amici da vedere, non ho tempo”. Bene, in quei quindici minuti Dio ha cambiato la mia vita. Perché Lui è il Dio delle seconde opportunità. C’era questo ragazzo che diceva tutto sulle feste, sul bere, sulla pornografia, sul sesso, tutto quello che aveva passato e che aveva eliminato dalla sua vita. E io mi sentivo come se quel ragazzo mi stesse tendendo la mano, come se avesse passato tutto quello che avevo passato io. Mi sembrava che potesse vedere tutte le cose di cui mi vergognavo. E mi chiedevo qual era la differenza tra noi, visto che aveva fatto le stesse cose che facevo io. Mi bastava guardarlo per vedere una pace, una gioia, una fiducia. Vedevo che gli importava di sé stesso. Questo non lo vedevo nei miei amici, non lo vedevo nei posti in cui andavo la sera, non lo vedevo nei ragazzi che frequentavo. Ma quel ragazzo aveva una qualità che io volevo più di ogni altra cosa: non si vergognava di sé stesso. Da quando avevo iniziato a vivere quella vita io non ricordavo un giorno, un solo giorno, di vera pace e gioia, senza preoccuparmi di quello che avessi fatto la sera prima o nel weekend. Ero sempre preoccupata e mai in pace. In quel momento ho capito che dovevo tirare fuori i miei standard dalla fogna. (…) Ho capito che dovevo iniziare a rispettare il mio corpo! Iniziare a rispettare il mio Dio (…). Dio mi ha concesso la grazia di uscire da quello stile di vita. Ho tentato tantissime volte di fuggire da quella vita da sola, perché ero infelice, ero disgustata, non mi sentivo me stessa. Promettevo: “Non lo farò più” e invece quel weekend stavo ancora facendo le stesse cose. Ma ho capito che quando chiedi la grazia di Dio, quando l’ho pregato di farmi uscire da questa vita, Lui l’ha fatto. Se vuoi davvero cambiare la tua vita, se vuoi ricominciare devi farlo con Gesù».

Crystalina ha cambiato vita, ha scelto di preservarsi, di donare il suo corpo e la sua vita solo all’uomo che prima fosse diventato suo marito. Ma come l’hanno presa i suoi amici? Cosa le hanno detto? Come hanno giudicato la sua scelta? La prossima volta cercheremo di capire insieme a lei come affrontare la propria diversità in un mondo che considera ridicola la purezza…




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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