“Per aiutare gli ucraini, spalancate le porte di casa”

Sono tante le iniziative che partono ogni giorno per sostenere il popolo ucraino in fuga dalla guerra. Oggi insieme a Marco Giordano, presidente della Federazione Progetto Famiglia, conosciamo più da vicino il Piano di Intervento per sostegno a infanzia e maternità: “Una delle alternative che proponiamo è offrire loro un tetto sotto il quale vivere in sicurezza”.

La guerra in Ucraina non è una questione solo ucraina, è una emergenza umanitaria di fronte alla quale non possiamo stare a guardare con le braccia conserte. È difficile pensare che accordi e organizzazioni nazionali e internazionali non siano riuscite ad intercettare il pericolo e ad evitare una tragedia come quella che la cronaca ci racconta ogni giorno, ma intanto è la gente innocente a farne le spese. Donne, anziani e bambini hanno dovuto mettere la vita in una valigia di fortuna e scappare in cerca di un rifugio dove potersi mettere in salvo dalle bombe. Sembra di raccontare la scena di un film in bianco e nero e invece accade proprio oggi, sotto i nostri occhi, sotto il nostro cielo. Alcuni sono riusciti a fuggire ma altri sono ancora lì intrappolati da mura invisibili sorvegliate da militari in assetto da combattimento. Tante le iniziative lanciate per aiutare i profughi ucraini. Oggi parliamo del Piano di Intervento per l’infanzia e la maternità in Ucraina, elaborato dalla Fraternità di Emmaus, da Progetto Famiglia in collaborazione con Punto Famiglia e Cittadella della Carità don Enrico Smaldone. Lo facciamo con Marco Giordano, presidente della Federazione Progetto Famiglia.

Ti senti direttamente coinvolto in questa vicenda perché hai vissuto una bella esperienza proprio lì in Ucraina…

Tra il 2005 e il 2006 io e mia moglie Carmela siamo stati in Ucraina. L’intento, come Associazione Progetto Famiglia, era quello di offrire supporto e accoglienza ai bambini in difficoltà. Come Fraternità di Emmaus, movimento di spiritualità coniugale e familiare, volevamo invece diffondere il Vangelo della Famiglia. In quella terra abbiamo trovato un popolo fervente da un punto di vista religioso. Con un acceso e appassionato amore per l’Eucaristia. La bellissima esperienza per una serie di motivi non è proseguita, ma intanto abbiamo stretto profondi legami di amicizia con sacerdoti e anche giovani che poi sono venuti qui in Italia e hanno iniziato un cammino di discernimento vocazionale.   

Proprio per questo forse ti senti coinvolto personalmente nella tragica vicenda che l’Ucraina sta attraversando…

La guerra spaventa tutti e fa male a tanti. Non è mai una pagina di storia che ci lascia indifferenti, ma quando tocca da vicino persone a cui sei legato ti fa più male. Lo senti come un abuso che vivi tu, in prima persona. Sulla tua pelle. 

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Dunque vi siete attivati e avete elaborato un piano di intervento specifico… 

Sì, la strategia di azione è stata elaborata da Fraternità di Emmaus, Progetto Famiglia, Punto Famiglia e Cittadella della Carità Don Enrico Smaldone. Si divide essenzialmente in due canali, uno fatto di aiuti da inviare al fronte. Aiuti che possono essere in denaro direttamente su un conto corrente bancario oppure in doni che vengono raccolti da noi e poi inviati lì. Abbiamo pensato a quelle che possono essere le esigenze specifiche dei profughi. E quindi abbiamo contattato supermercati e farmacie. Ma il nostro primo pensiero va ai più piccoli. Pannolini, vestiti per proteggersi dal freddo ma in un tempo in cui è difficile trovare da mangiare, quanto può esserlo munirsi di omogenizzati ad esempio? L’altro canale del Piano di Intervento invece riguarda l’accoglienza di madri e bambini qui in Italia. Alcune delle nostre case d’accoglienza hanno già risposto, ma anche molti privati l’hanno fatto, basti pensare che abbiamo lanciato l’iniziativa solo l’altro ieri e sono già una cinquantina le famiglie che hanno aperto le porte della propria casa. È chiaro che le famiglie hanno bisogno di formazione e devono essere guidate a vivere questo tipo di esperienza. Insomma quando siamo stati lì, nella loro terra, abbiamo trovato grande accoglienza, oggi si tratta di restituire il favore.

Come si fa ad aderire a questa iniziativa?

Basta cliccare sui seguenti link https://www.progettofamigliaformazione.it/accoglienza-ucrainiOppure https://www.progettofamigliaformazione.it/guida-accoglienza-ucraini per aver il supporto necessario ad ospitare i profughi.




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Ida Giangrande

Ida Giangrande, 1979, è nata a Palestrina (RM) e attualmente vive a Napoli. Sposata e madre di due figlie, è laureata in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Napoli, Federico II. Ha iniziato a scrivere per il giornale locale del paese in cui vive e attualmente collabora con la rivista Punto Famiglia. Appassionata di storia, letteratura e teatro, è specializzata in Studi Italianistici e Glottodidattici. Ha pubblicato il romanzo Sangue indiano (Edizioni Il Filo, 2010) e Ti ho visto nel buio (Editrice Punto famiglia, 2014).

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