Ucraina L’emozionante canto di una bimba ucraina: “All’alba sorgerò” Autore articolo Di Ida Giangrande Data dell'articolo 9 Marzo 2022 Nessun commento su L’emozionante canto di una bimba ucraina: “All’alba sorgerò” di Ida Giangrande In un bunker della capitale, una bimba intona il canto di un cartone animato. Il titolo, “All’alba sorgerò”. Una prospettiva profetica che tutti ci auguriamo possa realizzarsi sul serio. Quando l’umanità è ridotta a brandelli la speranza sboccia inaspettata, come un fiorellino fragile sull’asfalto incendiario di Kiev. Le notizie che ci giungono da quella terra mortificata e straziata ci parlano di un popolo in fuga verso una meta sconosciuta. Ci parlano di bambini morti, di genitori disperati. Ma immagini come questa sono destinate a restare nella storia. Lo scenario? Un bunker abitato da troppe persone, forse, da troppo tempo. Parlano sommessamente, tentando di riscaldarsi come possono per proteggersi dal freddo, quando ecco, una bambina, i capelli biondi come il sole, il visino pulito, ancora capace di sorridere e di lasciarsi andare, prende la scena e intona la canzone ammiraglia della colonna sonora di “Frozen”. Leggi anche: “Per aiutare gli ucraini, spalancate le porte di casa” La sua vocina fende il silenzio e diventa anche più forte del sibilo dei missili, sembra sciogliere il cuore paralizzato dal freddo pungente della paura. Quella canzone ha un titolo suggestivo che sembra quasi una profezia “All’alba sorgerò”. Trattenere le lacrime è impossibile, ma per un attimo gli adulti presenti battono le mani e la normalità sembra fare capolino nel bunker per ricordare che la pace è possibile: basta volerla. Sono tante le immagini consegnate al mondo dalla cronaca di guerra. Questa scena è destinata a fare la storia sperando che le generazioni successive siano più intelligenti di noi e imparino dagli errori commessi. Guarda il video qui Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag accoglienza, Guerra in Ucraina, Ucraina Ida Giangrande Ida Giangrande, 1979, è nata a Palestrina (RM) e attualmente vive a Napoli. Sposata e madre di due figlie, è laureata in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Napoli, Federico II. Ha iniziato a scrivere per il giornale locale del paese in cui vive e attualmente collabora con la rivista Punto Famiglia. Appassionata di storia, letteratura e teatro, è specializzata in Studi Italianistici e Glottodidattici. Ha pubblicato il romanzo Sangue indiano (Edizioni Il Filo, 2010) e Ti ho visto nel buio (Editrice Punto famiglia, 2014). Visualizza archivio → ANNUNCIO ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: Perché alzare la voce contro i volontari per la vita? La “lezione” di Pd e M5s… “Grazie, Karol, perché per me ci sei sempre”: lettera di una giovane a Giovanni Paolo II Dire quello che pensi? Prima pensa a quello che dici. Il consiglio di Papa Francesco Aiutare economicamente le donne per non farle abortire? Per alcuni politici influenzerebbe troppo la scelta… Spot di patatine offende l’Eucaristia: censura dall’Istituto di autodisciplina pubblicitaria Papa Francesco all’udienza: “Un cristiano senza coraggio è un cristiano inutile” San Giovanni Paolo II e “La bottega dell’orefice”: meditando sull’amore coniugale Far sentire il battito a una donna che vuole abortire? A Belluno e Torino i medici dicono no Cosa significa essere giusti? Ce ne parla Papa Francesco Papa Francesco alle detenute di Rebibbia: “Gesù non si stanca mai di perdonare”