Atto di consacrazione a Maria

La fionda di Davide. Ci salvi Chi può

Beata Vergine Maria di Fatima

(Foto: Shutterstock.com / Ricardo Perna)

Dinanzi all’arroganza di Golia serve un nuovo Davide e una nuova fionda. Serve una Chiesa che prega. Una Chiesa che si mette in ginocchio e consegna a Dio una supplica accorata per tutti, aggressori e aggrediti. La guerra fa male a tutti e tutti sono figli di Dio. Ed è quello che faremo stasera, unendo le nostre voci a quella del Papa che, nella maniera più solenne, consacra la Russia e l’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria.

Dinanzi al male sale la rabbia, istintiva come l’alta marea quando in cielo splende la luna piena. Se fosse una calamità naturale, ce ne faremmo una ragione. Se fosse un incidente di percorso, potremmo discutere sugli errori fatti e sulla necessaria prevenzione. Ma quando si tratta di una scelta fatta dall’uomo e perseguita con ostinata determinazione; e quando si traduce in una violenza brutale che si abbatte in maniera indiscriminata. Quando si tratta di una guerra… cadono tutte le regioni e resta solo l’angoscia. 

La guerra è la quintessenza del male, l’espressione più insensata della follia, la manifestazione più spietata di un potere cinico e totalitario che usa gli uomini come birilli. La guerra distrugge persone e cose, getta tutti nel caos, soffoca la speranza, alimenta paure. La guerra, questa guerra assurda, lascia ferite devastanti, migliaia di morti, milioni di profughi, famiglie divise, bambini orfani, scuole e ospedali distrutti… Dinanzi a tutto questo non è possibile cercare e invocare ragioni, l’unica spiegazione è la follia ideologica che rende ciechi. La follia al potere, la follia del potere. 

È passato un mese dall’inizio della guerra. Ogni giorno sentiamo parlare di sforzi diplomatici, a sentire le agenzie di stampa tutti si impegnano con convinzione per arrivare ad un cessate il fuoco. Finora senza esito, non s’intravede neppure uno spiraglio. Non metto in dubbio la buona volontà dei Governanti, prendo atto che, malgrado tutti gli organismi internazionali, l’umanità non si è ancora dotata di contrappesi adatti per isolare e fermare la follia. L’Onu può solo deplorare quello che accade con voce sempre più angosciata. Nulla di più. Pensavamo di aver imboccato la via della pace e invece ci scopriamo vulnerabili, come il Titanic d’inizio Novecento. 

Cosa resta da fare? Dinanzi all’arroganza di Golia serve un nuovo Davide e una nuova fionda. Serve una Chiesa che prega. Una Chiesa che si mette in ginocchio e consegna a Dio una supplica accorata per tutti, aggressori e aggrediti. La guerra fa male a tutti e tutti sono figli di Dio. Ed è quello che faremo stasera, unendo le nostre voci a quella del Papa che, nella maniera più solenne, consacra la Russia e l’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria. Chiediamo perdono per tutto il male compiuto e invochiamo misericordia per coloro che lo hanno commesso, preghiamo per le vittime di questa guerra insensata, supplichiamo il Dio della vita di dare la consolazione a quanti vivono nell’angoscia e di intervenire, nel modo che Lui sa, per fermare il massacro. 

La nostra preghiera nasce dalla certezza che “la fraternità è più forte del fratricidio, la speranza è più forte della morte, la pace è più forte della guerra”. Sono le parole che lo scorso anno Papa Francesco ha fatto risuonare in Iraq, un Paese martoriato dalla guerra (7 marzo 2021). La preghiera è un gesto di speranza, un segno che la violenza non è riuscita a pervertire il cuore dell’uomo, un annuncio che l’ultima parola è sempre quella dell’amore.

Eleviamo questa supplica nel giorno in cui la Chiesa celebra il concepimento di Gesù, nel giorno in cui Dio assume la condizione umana, si fa embrione nel grembo di Maria, entra nella storia come tutti gli altri. “Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria”, diciamo nel Credo. Sì, è venuto per noi, per liberarci dal male e dare vita in abbondanza. Colei che lo ha accolto e custodito condivide con Lui l’amore per l’umanità, per tutti e ciascuno. Lei sola può chiedere al Figlio di manifestare e donare il potere di amare. Regina della pace, prega per noi. 




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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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