Guerra in Ucraina

Stupri in Ucraina, quando l’inferno mostra il suo volto

tristezza

Mi hanno detto: “l’inferno non esiste”. Ma forse chi lo dice non ha letto la notizia di quella donna cui è stato ucciso il marito, dopodiché lei è stata violentata, con il bambino di 4 anni che piangeva chiuso nella stanza accanto. L’inferno c’è e si sta rivelando in Ucraina. L’unica arma che abbiamo è la preghiera.

Sono giorni che penso con angoscia a tutte le donne che, nei territori di guerra, sono violate nella loro dignità. Una sessualità è bella e gioiosa solo se vissuta nella libertà; solo se c’è reciprocità, se ci si guarda negli occhi, se il sale di quel gesto è la tenerezza. Se c’è complicità, rispetto, se ci si aspetta e ci si incontra nel cuore. Il fatto che esista il contrario di questo e il fatto che la violenza sessuale ci faccia venire il vomito (a me personalmente è la cosa che genera più ribrezzo al mondo) ci richiama con forza al significato profondo che l’intimità sessuale è chiamata ad avere.

Da un lato abbiamo una realtà meravigliosa, chiamata “intimità coniugale”, dall’altro il suo contrario: la brutalità della violenza sessuale. Dio o il demonio che possono abitare la nostra carne… La comunione, la cura, la fusione nella libertà e nella gioia; oppure la distruzione, il saccheggio, la trasgressione, la mancanza di rispetto. Mi hanno detto: “l’inferno non esiste”. Ma forse chi lo dice non ha letto la notizia di quella donna (sto parlando della prima denuncia di violenza sessuale ufficialmente accolta dalle autorità ucraine) cui è stato ucciso il marito, dopodiché lei è stata violentata, con il bambino di 4 anni che piangeva chiuso nella stanza accanto. QUESTO È L’INFERNO.

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Dobbiamo dircelo, senza paura. L’inferno esiste ed è già su questa terra. Il demonio, in questo caso specifico probabilmente il demone dell’impurità e della distruzione, che la tradizione cristiana chiama Asmodeo (non per fargli pubblicità, ma per chiamare le cose col loro nome) ha mostrato di cosa è capace. Ma questo inferno non ha l’ultima parola: GESÙ È RISORTO.  

Lo ammetto: quando ho letto quella notizia per poco non ho avuto un mancamento. Ho provato ribellione verso Dio. Gli ho detto: “Permetti veramente troppo… ma perché ci hai creato, se sapevi che avremmo fatto così schifo? Dovevi fermare quei soldati…”. Poi, però, ancora scossa, mi sono inginocchiata davanti a un quadro della Madonna. E nel cuore sono riecheggiate le parole di Marta del Vangelo di Giovanni. La donna, amica di Gesù, è lacerata interiormente per la morte di suo fratello Lazzaro. “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!”, dice la donna a Gesù appena lo vede. “Signore – ho detto io con la stessa confidenza – Se tu fossi stato lì, nel cuore di quei soldati russi, quella famiglia non sarebbe stata distrutta…”.

Marta continua: “Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà”.

Quella professione di fede fatta dalla donna mentre suo fratello è ancora dentro al sepolcro, mi ha svegliata di colpo. Mi ha dato coraggio. E ho deciso di fidarmi anche io. “Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio per questi miei fratelli, Dio te la concederà!”, ho detto allora, guardando Gesù, in braccio a Maria sul mio quadro. Cosa risponde Gesù? Le dice: “Tuo fratello risorgerà”. Replica Marta: “So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno”. “Anche io – gli ho detto – So che alla fine dei tempi ognuno avrà la consolazione e la tribolazione che gli spetta. So che gli afflitti sono i tuoi prediletti e che questi miei fratelli saranno accolti da te, in Paradiso, quando muoiono…”.  Ma a Gesù stesso non basta questo. Infatti, risponde a Marta: “Io sono la risurrezione e la vita”. 

In quel momento, ho sentito, nel cuore, che Gesù vuole consolare questi nostri fratelli ora! Ma come si fa? Non è umanamente possibile. Nessuno può sanare ferite tanto profonde. Si possono lenire, si possono portare con qualcun altro… ma chi può vincere traumi tanto grandi? Chi può restituire fiducia nella vita dopo un male così grande? Chi può ridonare il sorriso a qualcuno che ha visto veramente il diavolo in faccia? Dobbiamo essere umili e riconoscere che noi no: non possiamo. Ma Gesù sì. Lui è il Signore della Vita. Lui è la Resurrezione dopo la morte. Lui è il Crocifisso che annienta i chiodi. Lui è il re, che spazza via il principe di questo mondo, che toglie potere anche al demone dell’impurità che ha annientato quella famiglia.

“Signore, – risponde Marta – io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, Colui che viene nel mondo”.

Dopo queste parole, dopo questo atto di fede di sua sorella (non di Lazzaro!), Lazzaro ritorna in vita. È il potere della fede e della preghiera di intercessione. Preghiamo e digiuniamo per tutte quelle donne violate, per qui bambini innocenti vittime di ingiustizie che fatichiamo anche solo a nominare. Solo Cristo li può risuscitare.  Ma preghiamo anche per la purezza dei soldati, che imbrutiti dalla guerra e privi, probabilmente, di una sana educazione al bene, stanno scavando la fossa per la loro anima. Ci fanno schifo, certo. Ma Dio può risorgere anche lì.




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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