
Il silenzio, un tesoro da riconquistare
2 Aprile 2022

Al di là dei più complessi (e necessari!) ragionamenti, esiste una terra di nessuno dell’anima in cui il Signore è pronto a entrare se solo gli lasciamo spazio. E Lui in cambio ci lascia una pace in grado di cambiare lo sguardo (nostro e altrui) e, attraverso lo sguardo, anche la realtà che ci circonda. È uno spazio fatto di preghiera e, soprattutto, di silenzio.
«Solo il silenzio fa comprendere la parola di san Massimo il Confessore: “L’amore di Dio e l’amore degli uomini sono due aspetti di un unico amore totale”. In un immenso sospiro il silenzio avvolge la terra di pace: “Tutto è tuo, Signore; io sono tuo, accoglimi”. A chi pone l’alternativa tra contemplazione e vita attiva san Serafino di Sarov ha risposto: “Trova la pace interiore ed il silenzio, e una moltitudine di uomini troverà salvezza in te”. Dio ha creato gli angeli “in silenzio”, dicono i Padri. Dio guida i silenziosi, mentre quanti si agitano fanno ridere gli angeli».
Sono parole tratte da L’amore folle di Dio, un gran libro del pensatore russo – maestro di teologia e spiritualità ortodossa – Pavel Evdokimov, nato a San Pietroburgo nel 1901 e morto nel 1970 a Parigi, dove lo aveva condotto la diaspora successiva alla Rivoluzione d’Ottobre del 1917.
Personaggio profondo e simpatico, durante l’ultima guerra collaborò con la Resistenza e si prodigò per sottrarre diversi ebrei alla furia nazista e, nello stesso tempo, fu sempre in prima linea nel favorire affettuosi rapporti ecumenici con i fratelli delle altre confessioni cristiane, in particolare la cattolica: fu osservatore al Concilio Vaticano II e ammiratore di papa Giovanni XXIII.
Dei suoi libri, disponibili in buona parte presso le Edizioni Paoline, abbiamo già un’altra volta ricordato Teologia della bellezza, uno stupefacente percorso attraverso l’arte che dà ragione del valore unificante ed efficace delle icone: non solo “quadri” ma occasioni di preghiera verso l’ “unum necessarium” evangelico.
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Ne L’amore folle di Dio, invece, si tratta dell’amore totale e persino irragionevole di Dio per ciascuno di noi, tanto da far dire all’autore parole consolantissime come queste: «Per quanto profondo sia l’inferno in cui gli uomini scoprono di stare, ancora più nel profondo si trova il Cristo che attende».
Ma il cuore del libro è nel silenzio così suggestivamente citato nello stralcio fornito in apertura. Al di là dei più complessi (e necessari!) ragionamenti, esiste una terra di nessuno dell’anima in cui il Signore è pronto a entrare se solo gli lasciamo spazio. E Lui in cambio ci lascia una pace in grado di cambiare lo sguardo (nostro e altrui) e, attraverso lo sguardo, anche la realtà che ci circonda.
Del resto è esperienza comune che i veri uomini di preghiera siano alla fine rispettati da tutti, perché con il loro silenzio trasmettono – quasi per contagio – un sentimento di pace e verità, a differenza dei tanti “agitati” che si illudono di cambiare il mondo solo con le loro opere, finendo però – dice Evdokimov – per fare ridere gli angeli.
C’è un’occasione preziosa per concentrarci in silenzio su Dio: l’Adorazione eucaristica. La scoprii, in giro in autostop per l’Europa, a Parigi nel santuario del Sacro Cuore di Montmartre: c’erano un sacco di hippies (anch’io a veder bene…), ma quella particola nel silenzio di quella chiesa brutta ma affascinante, mi colpì come una rasoiata spirituale.
E la cicatrice è rimasta…
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