Il porno al femminile? Non è una questione di genere…

Qualcuno vorrebbe valorizzare la donna pensando una pornografia tutta al femminile. Io non ci sto a questo modo di fare cultura e mi ribello di fronte ad un mercato disumano che vende carne e istinto. Non si tratta di essere bigotti, ma di vedere in ogni corpo il tempio sacro e prezioso di un’anima immortale.

“Solo 15 o 20 anni fa, non sarebbe stato nemmeno immaginabile trovare un articolo in un sito con un titolo come I 10 migliori siti porno per donne, ma oggi per fortuna tali argomenti stanno guadagnando visibilità. «L’opinione pubblica – dice la professoressa Madita Oeming, studiosa di cultura presso l’Università tedesca di Paderborn specializzata nello studio del fenomeno della pornografia – sta normalizzando a poco a poco l’idea che le donne guardino i porno. Nella cultura occidentale è in corso un cambiamento che include anche la sessualità e la società si sta lentamente allontanando dagli stereotipi di genere. Stiamo sempre più sfidando le idee su come uomini e donne siano presumibilmente intrinsecamente diversi»”. (Dall’articolo Anche le donne guardano i film porno: ecco i perché, di Francesca Favotto, su Vanity Fair).

La vera ingiustizia, parlando di pornografia (secondo questo articolo che trovate facilmente per intero nel web) sarebbe che si pensa poco al piacere delle donne quando si producono i contenuti porno. La pornografia sarebbe uno strumento perlopiù messo “al servizio” degli uomini. La soluzione? Ripensare il porno al femminile.  Ben venga, in sostanza, se invece di combattere una piaga prevalentemente del mondo maschile la rendiamo unisex, accessibile a tutti; strumentalizzando anche i corpi degli uomini, oltre a quello delle donne.  E se non fosse un problema di genere? Se il porno fosse qualcosa di contrario alla dignità umana, sempre e comunque… a prescindere da chi/come ne fa uso? Non si tratta di essere bigotti, ma di vedere in ogni corpo il tempio sacro e prezioso di un’anima immortale, amata infinitamente da Dio. Maschi o femmine che siamo, perché accettare di ridurre il corpo umano ad un arnese, ad uno strumento di piacere? 

Leggi anche: “Quando guarda pornografia non guarda il corpo di una donna, ma il cadavere del suo cuore!”

L’ho chiesto ad un mio amico, una volta, che difendeva la pornografia a spada tratta e lui mi ha detto: “Se quella persona è d’accordo a spogliarsi e a fare sesso davanti a uno schermo ed è addirittura pagata per farlo, io non sto facendo alcuna violenza”. Gli ho domandato: “Ma ci pensi che quella persona ha una dignità, ha dei sentimenti, dei sogni, delle qualità uniche e probabilmente delle ferite affettive, che tu non vedi, mentre ti limiti ad usarla per eccitarti?”. “Quella ragazza, per me, è solo un’immagine… Nemmeno la tocco… Non faccio nulla di male…”.

“No – gli ho detto – non è solo un’immagine. Ti masturbi davanti ad un essere umano in carne ed ossa, non ad un disegno…”. “E va bene, non è la cosa più bella del mondo, ma è il tuo Dio che ci ha creato così: pieni di ormoni e desideri… Prenditela con lui!”. Al che – tanto ormai la nomea di bigotta me l’ero fatta – gli ho risposto: “No, Dio ci ha creato puri. La malizia viene dal diavolo. E tu puoi scegliere da che parte stare…”. Lui ha riso: “Quante persone pure conosci?”. Molte, per sua sfortuna. Ho passato un’ora a fare un elenco e a raccontare storie di persone che hanno preservato o riscoperto la purezza. 

Sia chiaro: non voglio giudicare chi guarda il porno, né chi lavora in quel mondo. La carne è debole, le tentazioni sono tante, spesso nel nostro intimo albergano vuoti affettivi difficili da guardare. E il demonio ha davvero ferito la nostra natura: non è semplice riconoscere che il nostro corpo è sacro, in questo mondo. Però, a chi pensa che la donna sarebbe più valorizzata se si pensasse ad una pornografia su misura per lei, voglio dire che no: non è una questione di genere, ma di dignità umana. Possiamo – anzi dobbiamo – ribellarci a tutto tondo ad una pratica disumana, in quanto non mostra dei volti e non valorizza la persona nella sua interezza. 

Provo sempre molta tristezza al vedere le immagini di attrici o attori porno quando erano bambini. Vedo quei volti puliti, quei sorrisi innocenti. Ci ritrovo i miei figli e penso: “Se solo qualcuno avesse detto loro che il corpo è prezioso e che tutti meritiamo l’amore, niente di meno dell’amore, forse si sarebbero preservati…”. Con buona pace della professoressa Oeming, io non ci sto a questo modo di fare cultura. E non sono la sola. 

Una ragazza, qualche giorno fa, dopo aver seguito la diretta sul libro Voglio donarmi completamente a te mi ha detto: “Io non avevo capito da giovane il valore del sesso. Nessuno mi aveva mai detto quello che hai detto tu ieri sera… Nessuno mi aveva fatto capire il valore del mio corpo o mi aveva mai detto che quel gesto si poteva vivere con una sola persona, solo nel matrimonio. Tu devi parlare con i ragazzi, prima che si perdano. Devi dire queste cose ai giovani in tempo. Perché il mondo ti fa credere che il piacere sia sufficiente, che il corpo alla fine non vale nulla. Invece non è così. E te lo dice una persona che ha fatto veramente di tutto, pentendosi”. Abbiamo bisogno di qualcuno che ci aiuti a vedere la nostra unicità, non di chi usa il corpo degli altri per fare soldi. Perché sì, al di là delle presunte lotte di parità di genere, dietro a questo mondo ruotano tanti, tanti soldi. Mentre la purezza e l’amore, ovviamente, sono gratis.

Il prossimo venerdì proseguiremo su questo argomento: vi parlerò di una regista svedese che ha fatto della lotta per la pornografia al femminile la sua bandiera… non mancate!




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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