“Aveva solo 15 anni, mi ha abbandonato. Ma era mia madre ed… io la ringrazio”

Il video è diventato subito virale. Lei, Maria Elena, una splendida ragazza di 25 anni ringrazia la madre per averla messa al mondo nonostante l’abbia poi abbandonata: “Non so il tuo nome, non so chi tu sia, cosa tu faccia, dove tu viva… ma se mi stai guardando voglio solo dirti grazie”.

«Oggi voglio fare questo video per ringraziare la persona che mi ha messo al mondo». Con queste belle parole inizia un video di soli 3 minuti postato su TikTok e diventato in pochissimo tempo virale.

Lei, la protagonista, è Maria Elena, una ragazza di 25 anni nata ad Imperia il 12 dicembre del 1997 e “adottata da una famiglia meravigliosa”. Nel video dichiara di aver ricevuto «tutto l’amore che un bimbo può desiderare». Ma da tempo, però, ha iniziato a porsi delle domande: chi mi ha messo al mondo? Perché è capitato tutto questo? Come è successo?

Una testimonianza toccante e verace su quelle esigenze invisibili che appartengono all’anima e che il mondo di oggi si affanna a negare. Dal racconto di Maria Elena, se da un lato emerge l’importanza e il valore assoluto dell’adozione, dall’altro si delinea anche il valore unico e irripetibile del bambino nel grembo e della sua mamma. Con parole toccanti la ragazza, adulta e serena, si interroga su quello che avrà pensato e provato colei che ha vissuto “per nove mesi con me insieme”. 

Rivolgendosi con estremo tatto alla madre naturale, la ragazza ligure si domanda se il suo viso ricorda nei lineamenti i “volti di qualcun altro”. E se ci sono fratelli che ora ignora di avere. Con questo desiderio nel cuore Maria Elena ha iniziato delle ricerche ed è riuscita a ritrovare proprio quell’infermiera che 25 anni fa ha aiutato sua madre a partorire. Una storia da film, direbbe qualcuno. E invece è la realtà. L’infermiera, racconta Maria Elena, “si ricorda di una bambina di 15 anni che venne in ospedale di nascosto dai genitori”.

Era incinta e voleva salvare una vita umana dall’aborto, a cui la società la spingeva. “Perché quella era la strada più semplice, ma che lei ha sempre rifiutato”. Secondo la testimonianza dell’infermiera, quella coraggiosa ragazzina di soli 15 anni tenne “nascosta la gravidanza per 9 mesi”. E tutta sola si recò in ospedale per dare la vita. Quanto ci sarebbe da dire pensando all’aborto delle minorenni promosso e incoraggiato in mille modi dall’Oms, dall’Ue, dai governi di moltissimi Paesi del mondo!

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Maria Elena, oggi, si rivolge a quella ragazzina di 15 anni, sua madre, con riconoscenza: “Non so il tuo nome, non so chi tu sia, cosa tu faccia, dove tu viva”. Ma la mamma resta sempre la mamma, unica e irripetibile. Come del resto il papà. L’appello della ragazza è che la coraggiosa madre si faccia viva. Però, afferma con la serenità di chi si sente amata ed è cresciuta nell’amore, capirebbe anche il diniego, dettato da tante possibili ragioni.




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Ida Giangrande

Ida Giangrande, 1979, è nata a Palestrina (RM) e attualmente vive a Napoli. Sposata e madre di due figlie, è laureata in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Napoli, Federico II. Ha iniziato a scrivere per il giornale locale del paese in cui vive e attualmente collabora con la rivista Punto Famiglia. Appassionata di storia, letteratura e teatro, è specializzata in Studi Italianistici e Glottodidattici. Ha pubblicato il romanzo Sangue indiano (Edizioni Il Filo, 2010) e Ti ho visto nel buio (Editrice Punto famiglia, 2014).

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