Cresce la “contraccezione d’emergenza”, l’altro modo di dire “aborto”

pillola

Aborto, la relazione al Parlamento: nel 2020 ci sono stati 66.413 aborti -9,3% rispetto al 2019. È una buona notizia? No, perché in compenso è aumentato l’uso della contraccezione d’emergenza, l’altro modo di abortire.

Il 13 giugno scorso è arrivata la relazione annuale al Parlamento italiano sull’applicazione della legge 194 sull’aborto procurato. Il ministro Roberto Speranza ha portato i numeri (!) degli aborti. In Italia nel 2020 sono stati effettuati 66.413 aborti volontari, in calo del 9,3% rispetto al 2019. Una diminuzione che anche quest’anno il Ministero della Salute nella sua Relazione al Parlamento spiega che potrebbe essere dovuto “all’aumento dell’uso della contraccezione d’emergenza”. Levonorgestrel (Norlevo, pillola del giorno dopo) e Ulipristal acetato (ellaOne, pillola dei 5 giorni dopo), che sappiamo essere abortive a concepimento avvenuto.

I tassi di abortività più elevati restano nelle donne di età compresa tra i 25 e i 34 anni. Le cittadine straniere continuano ad essere una popolazione a maggior rischio di abortire rispetto alle italiane: per tutte le classi di età le straniere hanno tassi di abortività più elevati delle italiane di 2-3 volte.

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Il tasso di abortività (numero di aborti rispetto a 1.000 donne di età 15-49 anni residenti in Italia), che è l’indicatore più accurato per una corretta valutazione del ricorso all’aborto, conferma il trend in diminuzione del fenomeno: è risultato pari a 5,4 per 1.000 nel 2020 (con una riduzione del 6,7% rispetto al 2019). Il dato italiano rimane tra i valori più bassi a livello internazionale.

Nel 2020 il numero di aborti è diminuito in tutte le aree geografiche e in tutte le classi di età rispetto al 2019, in particolare tra le giovanissime. 

Tra le minorenni il tasso di abortività per il 2020 è risultato pari a 1,9 per 1.000 donne, valore inferiore a quello del 2019. Come negli anni precedenti si conferma il minore ricorso all’aborto tra le giovani in Italia rispetto a quanto registrato negli altri Paesi dell’Europa Occidentale.

Anche fra le cittadine straniere si osserva tuttavia una diminuzione del tasso di abortività (12,0 per 1.000 donne nel 2020, rispetto a 17,2 per 1.000 donne nel 2014).

Il fenomeno dell’aborto ripetuto continua a diminuire dal 2009 ed è pari al 24,5% nel 2020. Tuttavia la percentuale di donne che ha effettuato precedenti aborti è maggiore tra le straniere (32,7%) rispetto alle italiane (21,2%). Il confronto con altri Paesi che rilevano il dato riferito agli aborti ripetuti mostra che tale indicatore per l’Italia rimane il più basso a livello internazionale.

Il consultorio familiare rilascia la certificazione necessaria alla richiesta di aborto nel 43,1% dei casi rispetto agli altri servizi (Medico di fiducia: 19,9%; Servizio ostetrico-ginecologico: 33,4%). Il consultorio, dice il Ministro Speranza, non offre solo questo servizio ma svolge un importante ruolo nella prevenzione dell’aborto. Così dovrebbe essere sulla carta… 

La percentuale di interventi effettuati precocemente, quindi meno esposti a complicanze è il 56,0% degli interventi ed è stato effettuato entro le 8 settimane di gestazione (rispetto al 53,5% del 2019), il 26,5% a 9-10 settimane, il 10,9% a 11-12 settimane e il 6,5% dopo la dodicesima settimana.

Sono in diminuzione i tempi di attesa, pur persistendo una non trascurabile variabilità fra le Regioni.

Il ricorso all’aborto farmacologico varia molto tra le Regioni, sia per quanto riguarda il numero di interventi che per il numero di strutture che lo offrono. Il confronto nel tempo evidenzia un incremento continuo dell’uso del Mifepristone e Prostaglandine (la RU 486) e l’utilizzo esteso ormai in tutte le Regioni. Nel 2020 il 35,1% degli interventi sono stati effettuati con metodo farmacologico.

Per quanto attiene all’obiezione di coscienza nel 2020 il fenomeno ha riguardato il 64,6% dei ginecologi (valore in diminuzione rispetto al 67,0% del 2019), il 44,6% degli anestesisti e il 36,2% del personale non medico. Si rilevano ampie variazioni regionali per tutte e tre le categorie. Comunque i medici non obiettori praticano 1,6 aborti a settimana, considerando 44 settimane lavorative in un anno.

Per il Ministro Speranza “Permane elevato il numero di obiettori di coscienza”. Ma il ministro non è un medico e non sa cosa il ginecologo deve fare per effettuare un aborto con il metodo dell’aspirazione e i rumori che sente mentre aspira il piccolo feto umano. Il Ministro non sa che molti medici che fanno aborti non sono contenti né soddisfatti di eseguire il cosiddetto “diritto” della donna. Il ministro non immagina neppure quanta sia bruciante la sconfitta per un medico che elimina una vita umana.




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Gabriele Soliani

Gabriele Soliani, nato a Boretto (Reggio Emilia) il 24-03-1955. Medico, psicoterapeuta, sessuologo, adolescentologo, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine. Libero professionista. Ha collaborato per 9 anni al Consultorio Familiare diocesano di Reggio Emilia. Sposato con Patrizia, docente di scuola superiore. Vive a Napoli dal 2015. Ministro della Santa Comunione e Lettore istituito.

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